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Tesoro, successo per l'asta dei Bot

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Il Tesoro tira un ulteriore sospiro di sollievo. L'asta dei Bot a 3 e 12 mesi registra un nuovo, consistente, calo dei rendimenti e il pieno di domande che dimostra il ritorno della fiducia nella "carta" italiana. I titoli a 97 giorni, che non andavano in asta dal settembre 2011, visto che a novembre il ministero aveva fatto "saltare" l'operazione in un momento di spread a 500 punti, spuntano così un rendimento dello 0,492%, distantissimo dall'1,9% dello scorso anno. Per i risparmiatori si tratta in pratica, considerate le commissioni e la ritenuta fiscale, di rendimenti zero (0,039) ma per il Tesoro è di certo una buona notizia e comunque si confronta con i rendimenti negativi dei titoli tedeschi. Meno brusco ma comunque consistente il ribasso per i Bot annuali i cui tassi calano all'1,405 toccando così i minimi dall'agosto 2010. Appena a novembre e dicembre infatti i titoli a 12 mesi pagavano cedole del 6% di pari passo con il picco registrato dallo spread per poi scendere nelle aste di gennaio e febbraio. In quest'ultima il rendimento era del 2,2%. «I tassi per l'annuale, sebbene in calo, rimangono interessanti» spiega un'analista di una banca d'affari secondo cui i titoli trimestrali sono utilizzati «come parcheggio di liquidità a rendimenti ridotti ma comunque positivi». Grazie al miglioramento della situazione dei mercati, l'accordo sulla Grecia e la liquidità concessa dalla Bce, ci potrebbero essere in futuro ulteriori piccole limature delle cedole, spiega. Su entrambi i titoli, gli operatori sottolineano così una buona domanda frutto di una rinnovata fiducia dei mercati registrata con soddisfazione nei giorni scorsi sia dal viceministro del'economia Vittorio Grilli che dal direttore per il debito pubblico del Tesoro Maria Cannata. Sul trimestrale, a fronte dei 3,5 miliardi di euro offerti, sono arrivate richieste per 7,89 miliardi di euro mentre per gli annuali l'offerta di 8,5 miliardi si è confrontata con richieste per 11,7 miliardi. E mercoledì 14 marzo tocca ai Btp, strumento preferito dagli investitori istituzionali e stranieri. Andrà in asta il titolo a tre anni per 4-5 miliardi di euro e le attese sono per rendimenti attorno al 2,8%. Nell'operazione di metà febbraio il tasso era sceso al 3,41%, con un calo di 1,41 punti rispetto al precedente 4,83%.  

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