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Caltagirone si allontana da Siena

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L'imprenditore romano lascia il cda e la vicepresidenza di Monte dei Paschi

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.Ieri ha ufficializzato l'abbandono della carica di vicepresidente e del suo posto nel cda del Monte dei Paschi di Siena, mentre negli ultimi tempi ha portato la sua quota azionaria sotto il 2%. L'imprenditore romano, che si era autosospeso dal consiglio dopo la sentenza sul caso della scalata della Banca Nazionale del lavoro, ieri, ha comunicato il passo indietro nel corso del board che doveva convocare l'assemblea per il suo reintegro. Il disimpegno del costruttore ed editore romano dalla banca di Rocca Salimbeni era stato segnalato, a livello azionario, a partire da dicembre e, in modo più deciso, in questo mese, dalla vendita di corposi pacchetti di titoli in borsa. Una discesa che ha portato Caltagirone a scendere sotto la soglia rilevante del 2% del Monte. Dalle comunicazioni alla Borsa, infatti, emerge che il costruttore, lo scorso 20 gennaio, ha venduto in cinque tranche complessivamente 93,76 milioni di azioni, pari allo 0,85% del capitale per oltre 21,3 milioni di euro. Le operazioni sono avvenute tramite diverse finanziarie (Caltagirone Editore, Capitolium, Fincal, Mantegna e Soficos). Lo scorso 18 gennaio Caltagirone aveva comunicato alla Consob la discesa in Mps al 2,787% del capitale, mentre il giorno dopo aveva venduto uno 0,6% del gruppo senese. Ricostruendo il tutto l'editore dovrebbe essere rimasto in possesso di una partecipazione dell'1,33%. Secondo le indiscrezioni l'imprenditore avrebbe deciso di reinvestire la liquidità maturata in Unicredit, approfittando della finestra aperta in occasione dell'aumento di capitale. Il gruppo però ha ribadito ufficialmente il no comment, mentre sono apparse destituite di fondamento le voci che davano l'imprenditore romano sulla soglia del 2% di Piazza Cordusio. Oggi comunque finisce la ricapitalizzazione da 7,5 miliardi di euro avviata da Unicredit. E le partecipazioni rievanti saranno note molto presto. Il costruttore capitolino, già autosospeso dalla carica, dopo la condanna, il 31 ottobre, da parte del Tribunale di Milano a tre anni e sei mesi di reclusione e a 900 mila euro di multa nell'ambito del processo per la tentata scalata dell'Unipol alla Bnl, ha comunicato al Mps di lasciare la vicepresidenza e il consiglio della banca. «Il Cavaliere - ha spiegato una nota arrivata da Siena - ha evidenziato nella sua lettera di dimissioni che ha ritenuto di optare per la carica di vice presidente di assicurazioni Generali». Caltagirone era entrato nel board della banca nell'aprile del 2003, a seguito della fusione Banca Toscana (di cui era azionista) in Mps. All'epoca era in possesso del 2,690% di Rocca Salimbeni, divenuto negli anni un 4,7%. Tornando in UniCredit e al perfezionamento della ricapitalizzazione, la scommessa adesso è come si trasformerà l'azionariato della banca e come potrebbero cambiare gli equilibri con l'assemblea di aprile. Un assaggio sul futuro già c'è stato martedì scorso con il vertice di Rampl con le fondazioni e Allianz. Deboli le fondazioni, diluiti gli arabi si guarda ai movimenti di Capital Research (che ha raddoppiato la propria quota al 5,4%) e a quelli di nuovi soci, tra cui Diego Della Valle che avrebbe sottoscritto una partecipazione dello 0,5%. Gli ultimi giorni hanno poi visto De Agostini sottoscrivere i diritti collegati ai cashes già in portafoglio. La famiglia di Novara ha così una quota pari allo 0,11% del capitale. E sempre tra i privati sono arrivate le conferme di Leonardo Del Vecchio, presidente di Luxottica ( con lo 0,5%), della Famiglia Maramotti (diluita sull'1%) e dei Pesenti (scesi allo 0,3%)

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