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Italia declassata: Fitch taglia il rating

La sede di Fitch Ratings a New York

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Fitch ha tagliato il giudizio sovrano sull'Italia da A+ ad A- con outlook negativo. L'agenzia di rating è intervenuta contestualmente sul debito di altri cinque paesi dell'Eurozona. Si tratta del Belgio, il cui rating passa da AA+ ad AA con outlook negativo; Cipro da BBB a BBB- con outlook negativo; Irlanda per cui si conferma BBB+ ma con outlook negativo; Slovenia da AA- ad A (outlook negativo). "A ROMA SERVE UN MURO DI PROTEZIONE" Dopo il downgrade dell'Italia da parte di Standard & Poor's, Fitch, la più piccola delle "tre sorelle" del rating e l'unica ad avere nell'azionariato capitali europei (per la precisione, francesi), ha confermato la decisione di tagliare il rating dell'Italia. Decisione che era stata ampiamente preannunciata. Il 10 gennaio, il capo della divisione rating sovrani David Riley, parlò di una "significativa possibilita'" di un declassamento di Roma. "Una cosa che aiuterebbe l'Italia, ma che è al di fuori del nostro controllo immediato, è un'assicurazione sulla crisi di liquidità, il che significa di base che serve un muro di protezione" - aveva spiegato Riley incontrando la stampa a Londra - In questo momento non lo abbiamo e questo è motivo di seria preoccupazione per quanto riguarda l'Italia. E' una delle ragioni per le quali abbiamo messo l'Italia sotto osservazione con implicazioni negative ed è una delle ragioni per le quali c'è una significativa possibilità che, una volta conclusa la revisione, il rating dell'Italia cali".   EVITATE MISURE PIÙ SEVERE GRAZIE AL GOVERNO "Un'azione più severa sul rating è stata evitata grazie all'impegno del governo italiano a ridurre il deficit e a portare avanti riforme strutturali, oltre alla significativa riduzione dei rischi a breve termine nella raccolta di capitale come conseguenza dell'asta a 36 mesi condotta dalla Bce", si legge nel comunicato dell'agenzia. "I fattori che hanno determinato un taglio del rating dell'Italia riflettono la natura sistemica della crisi del debito della zona euro a cui l'alto livello di debito pubblico e il basso livello di crescita potenziale hanno esposto l'Italia", si legge nella nota. "L'intensificazione della crisi del debito della zona euro nella seconda parte dell'anno e le difficoltà ad accedere al credito del governo e del settore finanziario italiano, seppure siano state attutite dall'asta della Bce, sottolineano i rischi posti dall'assenza di un'infrastruttura capace di sostenere finanziariamente il debito. Inoltre, le diverse condizioni monetarie e creditizie nei Paesi della zona euro espongono l'Italia a maggiori shock. Uno dei scalini tagliati al rating sovrano è da attribuire alla debolezza sistemica dell'area della moneta unica", spiega Fitch. Le misure fiscali adottate a fine 2011, in particolare quella sul pareggio di bilancio entro il 2014, sottolineano l'impegno del governo a ridurre il deficit di bilancio strutturale. Nel comunicato l'agenzia sottolinea anche il contributo fornito alla stabilità di lungo periodo dalla riforma pensionistica. "Ma -dice Fitch - l'accresciuta dipendenza sulle entrate fiscali (che rappresentano due terzi della prevista riduzione del deficit) implica che l'onere fiscale e la spesa pubblica rimarranno a livelli elevati rispetto agli standard internazionali".  L'agenzia consiglio dunque "una migliore e più comprensiva riforma fiscale" che servirebbe a rafforzare la convinzione che "l'Italia riesca a mantenere un sostanziale surplus di bilancio nel corso di diversi anni; cosi come migliorare la produttività e la crescita potenziale". Per il 2012, Fitch si aspetta una contrazione dell'economia italiana dell'1,7% e una crescita limitata allo 0,2% nel 2013. E questo, spiega l'agenzia, accresce le possibilità che il governo non raggiunga i propri obiettivi fiscali e mina il sostegno degli italiani a ulteriori misure di austerità e riforme strutturali. "Tuttavia, se la crescita di medio termine si conferma all'1% e il differenziale con i bond tedeschi scende gradualmente al di sotto di 200 bps, gli sforzi adottati finora sarebbero sufficienti a garantire il consolidamento del rapporto debito pubblico-Pil e porterebbero a un graduale declino del debito verso il 100% del Pil", spiega Fitch. "ITALIA CRUCIALE PER IL FUTURO DELL'EURO" Appena il giorno successivo Riley era tornato sullo stesso punto invitando la Bce a rafforzare il suo programma di acquisto di titoli di stato dell'Italia per evitare un "catastrofico" collasso dell'euro. "E' difficile pensare che l'euro potrà sopravvivere - aveva aggiunto Riley - se l'Italia non dovesse farcela". L'Italia, aveva concluso, è politicamente ed economicamente troppo importante per essere lasciata fallire, ma "si può anche sostenere che è troppo grande per essere salvata". Il 17 gennaio, Riley aveva confermato che l'Italia insomma era "a rischio". E il giorno successivo, cioè il 18 gennaio, Alessandro Settepani, il senior director di Fitch, aveva previsto un "possibile taglio di due note" del rating sovrano. La revisione insomma era nell'aria, e basata, come avea preannunciato, "sui livelli dei finanziamenti e sulla crescita economica".   

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