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Unicredit fa sprofondare Piazza Affari

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La sede storica di Unicredit in piazza Cardusio

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Giornata contrastata per le piazze finanziarie europee che cedono sul finale per chiudere questo avvio di ottava su ribassi frazionali. Più pesante Piazza Affari che lascia sul terreno l'1,67% con uno spread tra Btp e Bund tedeschi ancora alle stelle a 530 punti base. Occhi puntati oggi sull'incontro bilaterale tra il presidente francese Nicolas Sarkozy e il cancelliere tedesco Angela Merkel. Entrambi hanno convenuto circa la necessità di introdurre la Tobin Tax, ovvero la tassa sulle transazioni finanziarie, rispetto alla quale anche il presidente del Consiglio italiano ha manifestato interesse laddove la misura venga assunta a livello europeo. Sarkozy ha anche evidenziato che «non c'è alternativa all'unità europea e al salvataggio dell'euro» e che «non può esserci futuro per l'Europa se ci sono divergenze tra la Francia e la Germania». Misti i dati macroeconomici della giornata: in novembre le esportazioni della Germania sono salite più del previsto, aumentando l'attivo della bilancia commerciale, ma la produzione industriale ha segnato un calo congiunturale maggiore delle attese. Le Borse asiatiche in mattinata (ad eccezione di Tokyo chiusa per festitività) hanno terminato miste. Intanto contrastata è anche Wall Street, con il Dow Jones che viaggia sulla parità, mentre il Nasdaq cede lo 0,17%. In Europa a registrare i ribassi maggiori è Piazza Affari, con il Ftse Mib che chiude a 14.401,55 punti (-1,67%), mentre l'All Share perde l'1,87% a 15.236,46 punti. In calo il Dax di Francoforte -0,67%; il Ftse 100 di Londra -0,66%; il Psi 20 di Lisbona -0,54%; il bel 20 di bruxelles -0,53%; il Cac 40 di Parigi -0,31%; l'Ibex 35 di Madrid -0,12%. positiva la sola Amsterdam con l'Aex Index che guadagna un frazionale 0,21%. A trascinare al ribasso il listino principale di Piazza Affari è Unicredit che registra un nuovo tonfo e termina la giornata in ribasso del 12,81% a 2,286 euro. Le azioni risparmio perdono l'8,2% a 4,63 euro, mentre i diritti cedono il 65,42% a 0,47 euro. Proprio oggi è iniziato l'aumento di capitale da 7,5 miliardi di euro. Ma in generale è tutto il comparto bancario a soffrire con numerosi titoli che finiscono in asta di volatilità. Mps lascia sul terreno il 14,39% a 0,197 euro, mentre Mediobanca termina la giornata a 2,82 euro (-6,87%). Banco Popolare perde il 5,36% e Bpm il 3,25%. In ribasso anche Intesa Sanpaolo che chiude a 1,101 (-3,17%). In ribasso Ubi banca -3,01%; Bper -2,14%. Forti vendite anche su Fiat. Il titolo del Lingotto chiude a 3,73 euro (-6,23%). Oggi da Detroit l'amministratore delegato Sergio Marchionne ha lanciato un orizzonte temporale entro il quale dovrebbe avvenire la fusione con Chrysler Group, ovvero entro la fine del 2014. Questo solo dopo aver raggiunto un'intesa con il fondo Veba del sindacato United Auto Workers che controlla il 41,5% della casa americana. «Dobbiamo risolvere gli impegni che ci siamo assunti» con il fondo nel 2013, ha spiegato Marchionne in occasione della presentazione alla stampa della nuova Dodge Dart al Salone dell'auto di Detroit. Quanto al quartier generale della futura compagnia, riferisce Bloomberg, per Marchionne la scelta della base «sarà presa al tempo debito, che non è ora». Fiat Industrial cede il 2,44%, mentre Exor, la cassaforte della famiglia Agnelli perde il 3,11% e chiude a 15,27.

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