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Unicredit fa maxi sconto ma la Borsa la punisce

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Quelladi ieri è stata una giornata da dimenticare per piazza Cordusio con la Borsa che ha bocciato in modo categorico la decisione del cda di uno sconto del 43%, vicino al livello massimo praticabile, per il prezzo delle nuove azioni. Il consiglio d'amministrazione riunitosi di mattina presto, circa un'ora prima dell'apertura di Piazza Affari è stato molto veloce, sicchè quando sono iniziate le contrattazioni in Borsa era stato tutto deciso. Il titolo ha cominciato a scivolare sin dalle prime battute, è stato sospeso per eccesso di ribasso e ha concluso la seduta in negativo del 14,45% a 5,41 euro. In una sola giornata sono così andati in fumo 1,9 miliardi di capitalizzazione. L'aumento di capitale da 7,5 miliardi che scatterà lunedì prossimo e si chiuderà il 20 gennaio, prevede un prezzo pari a 1,943 euro per azione nel rapporto di due nuove azioni ordinarie per ogni azione posseduta, con uno sconto del 43% sul terp (prezzo teorico ex diritto). In una nota il cda precisa che si è «tenuto conto delle condizioni di mercato». Lo sconto del 43% è il più alto fra quello applicato nelle ultime operazioni di ricapitalizzazione da parte delle banche italiane. L'ultimo, quello di Bpm, prevedeva uno sconto del 40%. Per Unicredit si è trattato di una scelta quasi obbligata tenuto anche conto delle condizioni del mercato e dei malumori a sottoscrivere l'operazione da parte di alcuni grandi azionisti dell'istituto. La scelta di un maxi-sconto potrebbe anche preludere all'ingresso di nuovi soci. I grandi azionisti potrebbero sottoscrivere fino al 24% dell'aumento di capitale. Al 10,68% complessivo per cui si sono già impegnati Allianz, Carimonte, Fondazione Cassa Modena, Fondazione Crt, Fondazione del Monte di Bologna e l'azionista Maramotti, si somma il 3,51% della Fondazione Cariverona. In aggiunta, spiega Unicredit, «alcuni attuali azionisti, pur non avendo assunto impegni vincolanti, hanno avviato le proprie procedure al fine di poter seguire l'offerta in opzione sottoscrivendo complessivamente fino a un massimo del 10% delle azioni oggetto dell'offerta». Il direttore generale dell'istituto, Roberto Nicastro ha sottolineato che l'aumento di capitale, richiesto dall'European Banking Authority, del comitato di Basilea e delle cosiddette regole Sifi, «sarà reinvestito nel Paese, supportando l'economia reale e a beneficio del territorio, dei settori industriali». In sostanza si tratta, parole di Nicastro, di «un momento di grande discontinuità». L.D.P.

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