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Anno nero alla Borsa di Milano

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Perso un quarto del valore La capitalizzazione totale è scesa al 20% del prodotto interno lordo

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Omeglio una piccola piazza dove invece di creare valore per le imprese ci si impegna a farlo bruciare. Questa è almeno la tendenza che si registrerà alla fine del 2011. Un autentico «hannus orribilis» per i valori azionari quotati a Piazza Affari che hanno complessivamente registrato un calo di oltre il 25% per l'indice principale: il Ftse Mib. L'amaro risultato è stato diffuso ieri da Borsa Italiana, che ha scoperto di valere ormai solo il 20,7% del Prodotto Interno Lordo contro il 27% di fine 2010. Difficile che il quadro possa ancora cambiare nelle prossime due sedute, data l'esiguità degli scambi di questi giorni: 844 milioni di euro lo scorso 23 dicembre, 616 milioni martedì e 892 milioni ieri, a fronte di una media giornaliera mensile di 2,8 miliardi di euro. Piazza Affari ha perso ancora peso scendendo a 333,3 miliardi di euro di capitalizzazione, il 22,3% in meno dei 429 miliardi di fine 2010. In compenso la borsa di Milano ha registrato un boom nei fondi passivi indicizzati (Etf Plus), e nei titoli di Stato (Mot), dimostrando di essere parecchio liquida. Gli strumenti quotati in Etf Plus sono saliti dai 563 di fine 2010 ai 570 del 2011, con 111 Etf e 17 Etc, per un totale di 128 nuovi strumenti e una massa gestita di 16,98 miliardi per gli Etf ed un attivo di 2,03 miliardi per gli Etc. Quanto al Mot, gli strumenti quotati sono stati 821, di cui 99 titoli di Stato, 404 obbligazioni e 318 tra Eurobonds e Abs, titoli emessi a seguito di cartolarizzazioni, contro un totale di 723 strumenti quotati a fine 2010. Il Mot ha registrato poi il massimo storico per numero di contratti scambiati (4,6 milioni, +18,9% sul 2010), per un controvalore di 200 miliardi di euro. In occasione del Btp Day dello scorso 28 novembre, poi, il Mot ha stabilito un nuovo record assoluto di scambi per una singola seduta, con 86.405 contratti e un controvalore di oltre 2,7 miliardi di euro. Piazza Affari svetta poi per tasso di rotazione annua delle azioni, ovvero il rapporto tra scambi e capitalizzazione, che ha raggiunto il 190,3% nel 2011, a fronte del 173,2% del 2010. Altra consolazione è la liquidità: gli scambi infatti hanno tenuto, con una media giornaliera di 2,8 miliardi di euro di controvalore. Complessivamente i contratti oggetto di transazioni sono stati 68,1 milioni, contro i 62 milioni del 2010, per un controvalore di 706,7 miliardi di euro, in calo rispetto ai 746,3 miliardi del 2010 a causa della ridotta capitalizzazione della borsa. Il giorno migliore è stato il 15 marzo, con scambi record per 5,6 miliardi di euro di controvalore, mentre il massimo dei contratti scambiati è stato raggiunto il 5 agosto, con 534.322 unità. A Unicredit la palma del titolo più liquido, con un totale di 132,7 miliardi di euro di controvalore in termini di scambi, per un corrispettivo di 7,3 milioni di contratti. Complessivamente, le ipo (le nuove quotazioni) sono state 9 (10 nuove ammissioni considerando fiat industrial) rispetto alle 10 del 2010 e le 7 del 2009. Solo una società, Salvatore Ferragamo, si è quotata sul Mta, mentre 4 hanno debuttato su Aim, 3 su Mac e 1 su Miv, per una raccolta totale (9 ipo) in fase di collocamento di 587 milioni (il dato non include Ambromobiliare). Le società revocate sono state 14, a fronte delle 10 del 2010 e le 12 del 2009.

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