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Flop dei consumi sotto l'albero

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Una pasticceria a Roma in occasione del Natale (foto Gmt)

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Natale più povero, a tavola e sotto l'albero. La crisi economica, il lavoro che scarseggia, le nuove tasse annunciate dalle manovre che si sono susseguite nel 2011, hanno fatto crollare i tradizionali consumi delle festività, con cenone e pranzo più morigerati, e regali non solo utili, ma anche poco costosi. Quest'anno, infatti, secondo Coldiretti, sono stati spesi 2,3 miliardi di euro in cibi e bevande consumati a tavola tra il cenone della vigilia e il pranzo di Natale, che nove italiani su dieci hanno scelto di trascorrere a casa con parenti o amici. Una cifra di riguardo, che conferma come non si rinunci all'appuntamento più tradizionale dell'anno, ma che segna un calo di ben il 18% rispetto a quanto si è speso nel 2010, come non si vedeva dal 2001, l'anno dell'attacco alle Torri gemelle, quando il crollo fu del 28%. Né è andato meglio sul fronte regali. Ogni italiano, secondo il Codacons, quest'anno ha «tagliato» di 48 euro la spesa per addobbi, regali e quant'altro. Spese in calo anche per i viaggi, mentre il settore che più di tutti ha risentito della crisi - sostiene il Codacos - è quello dell'abbigliamento e delle calzature, dove il calo delle vendite ha raggiunto quota -30%. Ciò nonostante, la sigla dei consumatori prevede un flop per i saldi invernali che partiranno il 5 gennaio. «In un momento di grave crisi come quello attuale - afferma il Codacons - gli italiani non ricorreranno agli sconti, e taglieranno ulteriormente gli acquisti: rispetto ai saldi invernali dello scorso anno, quest'anno saranno in clamoroso calo, con riduzioni delle vendite che andranno dal 30 al 40%».   Meglio dovrebbe andare negli Usa dove i negozi si preparano alla ressa del «Mega Monday»: per la prima volta in sei anni il 26 dicembre cade di lunedì e per la maggior parte degli americani è un giorno di festa. Il che lascia intravedere che in molti si riverseranno nei negozi a caccia degli sconti del dopo-Natale e per usare le gift-card, le carte regalo, ricevute. Secondo il New York Times, le vendite del Mega Monday potrebbero attestarsi a 29 miliardi di dollari, superando i 27 miliardi di dollari del Black Friday. ShopperTrack prevede che gli americani in giro per shopping saranno il 60% in più dello scorso anno. Un segnale che lascia bene sperare soprattutto per il ritorno della fiducia dei consumatori americani che influenza anche quelli europei. Tornando all'Italia dal Natale 2011, meno fastoso e più tradizionale, esce rafforzata la tendenza alla riscoperta del legame con i prodotti del territorio che si è espressa a tavola nella preparazione delle ricette del passato. Un appuntamento che, nonostante i profondi cambiamenti negli stili di vita, è fortemente radicato nella popolazione, come dimostrano gli spostamenti per tornare nei luoghi di origine e ritrovare i gusti, i sapori del passato. La maggioranza delle tavole è stata infatti imbandita con menù a base di prodotti o ingredienti nazionali con una spesa stimata - secondo Coldiretti - in 850 milioni di euro per pesce e le carni compresi i salumi, 490 milioni di euro per spumante, vino ed altre bevande, 400 milioni di euro per dolci con gli immancabili panettone, pandoro e panetteria, 270 milioni di euro per ortaggi, conserve, frutta fresca e secca e 190 milioni di euro per formaggi e uova. Ora, sempre secondo l'organizzazione, di tutto questo ben di dio è rimasto non consumato circa un quarto, per un valore di mezzo miliardo di euro, e l'invito è a non gettarlo nella spazzatura: «In un momento di difficoltà economica - viene sottolineato - è importante utilizzare la fantasia per recuperare con gusto i cibi rimasti sulle tavole. Recuperare il cibo è una scelta che fa bene all'economia e all'ambiente, con una minore produzione di rifiuti, in un momento come le festività di Natale in cui peraltro c'è maggiore disponibilità di tempo e si può cogliere l'occasione per dedicare tempo ai fornelli».

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