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Allarme Confindustria: "Italia in recessione"

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Il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera

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Segno meno per il mercato del lavoro nel biennio 2012-2013: l'occupazione calerà dello 0,6% l'anno prossimo e dello 0,2% in quello seguente, con 957mila unità di lavoro e 800 mila persone occupate in meno rispetto all'inizio del 2008. E' la stima del Centro Studi Confindustria. Passera: siamo in recessione "L'Italia ha i numeri, le capacità, le energie, le basi per poter parlare di crescita ma attualmente siamo in recessione, non ci possiamo più nascondere". E' la dichiarazione resa dal ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, al convegno del Centro Studi Confindustria (Csc), che ha calcolato per il 2012 un calo medio del Pil dell'1,6% contro un aumento dello 0,5% per il 2011. Secondo gli esperti di viale dell'Astronomia, dopo un andamento negativo "tra l'estate scorsa e la prossima primavera" in cui il Pil avrà perso due punti percentuali, la nostra economia tornerà a salire solo a partire dal terzo trimestre del prossimo anno, quindi dal mese di luglio. Dall'autunno del 2012, invece, "si assisterà a una graduale accelerazione che consentirà di conseguire un incremento dello 0,6% medio annuo nel 2013". "Senza crescita - ha aggiunto Passera - anche gli altri punti del programma Monti diventano ineseguibili. Senza crescita anche l'equità e il rigore diventano obiettivi irraggiungibili e irrealizzabili". Il Csc dipinge un quadro piuttosto critico anche sul fronte dell'occupazione. Dal 2008 al 2013 un milione di disoccupati Secondo le stime diffuse oggi, nel biennio 2012-2013: l'occupazione calerà dello 0,6% l'anno prossimo e dello 0,2% in quello seguente, con 957mila unità di lavoro e 800mila persone occupate in meno rispetto all'inizio del 2008. Tra i più colpiti dalla crisi, giovani (-24,4% nella fascia 15-24enni e -13,3% per i 25-34enni da metà 2008 a metà 2011), maschi (-3,4%) e chi ha una minore istruzione (-10,6% per chi ha solo una licenza media). Il Csc ha infine calcolato che la pressione fiscale sia destinata a raggiungere tra due anni un livello record pari al 45,5% del Pil, con la pressione effettiva che supererà il 54%.   Inflazione top a novembre Sul fronte dell'inflazione l'Istat registra una frenata a novembre, con un incremento tendenziale del 3,3% contro il 3,4% di ottobre e un calo mensile dello 0,1% come non accadeva da settembre 2010. Un trend al ribasso comune a tutta l'Eurozona, come ha sottolineato la Bce che, nel suo bollettino mensile, ha affermato che le dinamiche dei prezzi sono destinate a moderarsi nel breve periodo a causa del rallentamento dell'attività economica. E il ritorno alla crescita è un punto fondamentale anche per Francoforte, che ha ripetuto l'appello ai governi perché accompagnino il necessario consolidamento dei conti con riforme strutturali "audaci e ambiziose" che intervengano in particolare sul mercato del lavoro e sulle liberalizzazioni. Concetti ribaditi oggi dallo stesso presidente della Bce, Mario Draghi, il quale ha avvertito che a breve termine l'Eurozona subirà un'"inevitabile contrazione dell'economia".  

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