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Trattativa in salita per il contratto unico

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Nuovi incontri fissati per venerdì e lunedì. Obiettivo: chiudere per Natale

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L'incontrodi ieri era interlocutorio, e questo si sapeva, ma è subito degenerato nelle polemiche con i rappresentanti dei Cobas che hanno cercato di irrompere nella palazzina dell'Unione industriali di Torino dove si svolgeva la riunione e poi respinti dalle forze dell'ordine hanno impedito l'ingresso a una parte della delegazione della Fiom. L'azienda ha voluto avviare lo stesso la riunione e a quel punto il leader della Fiom Maurizio Landini e la sua delegazione hanno abbandonato il tavolo. «La Fiom non ha abbandonato la trattativa, è stata la Fiat che non ha garantito la governabilità del tavolo sindacale» ha precisato più tardi Landini che non è poi più rientrato al tavolo sindacale. L'incontro è proseguito con un unico rappresentante della Fiom a fare da «osservatore», mentre Fiat che in un primo momento si è detta dispiaciuta dell'accaduto, nel pomeriggio ha bollato il mancato ingresso di Landini come pretestuoso. Critiche al sindacato della Cgil sono venute da Rocco Palombella, segretario generale della Uilm: «Al nostro appello a sedersi al tavolo con senso di responsabilità la Fiom ha già dato una risposta inequivocabile proclamando l'ennesimo sciopero nel Gruppo Fiat per metà dicembre. Ha di fatto replicato fuori della sede dell'Unione industriale di Torino i medesimi slogan che abbiamo ascoltato dalle cronache del Comitato centrale dell'organizzazione guidata da Landini». Ma Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom di Torino, replica che «l'intenzione della Fiat è chiara: non è discutere un nuovo contratto ma estendere il contratto collettivo di primo livello siglato lo scorso 29 dicembre, Pomigliano, già esteso alla ex-Bertone». In serata è arrivata una nota dell'Unione Industriali di Torino nella quale si dice che «non vuole alimentare polemiche o dietrologie però non è in alcun modo disponibile a fornire una copertura all'assenza della Fiom al tavolo di trattativa». Il tavolo comunque è stato aggiornato a venerdì e lunedì prossimo quando si entrerà nel dettaglio. L'obiettivo è quello di chiudere entro Natale. L'azienda porta alla trattativa il contratto del 29 dicembre 2010, già applicato a Pomigliano: rispetto a quello nazionale dei metalmeccanici le condizioni retributive - sottolinea il responsabile delle Relazioni Industriali Fiat, Paolo Rebaudengo - saranno uguali o migliorative. Sarà necessaria un'armonizzazione tra le diverse realtà del gruppo e, per questo, venerdì ci saranno incontri tecnici che riguarderanno Fiat Industrial e Magneti Marelli. Poi da lunedì riprenderà la discussione a livello globale. Per la Fiat il nuovo contratto dovrà prevedere le clausole già definite per Pomigliano: flessibilità, lotta all'assenteismo, garanzie di rispetto degli accordi. «Le intese precedenti saranno solo la base, il nuovo contratto non sarà la riproposizione di quello di Pomigliano», chiariscono Fim, Uilm, Fismic e Ugl, che auspicando tempi rapidi per la chiusura del negoziato. Il presidente del Lingotto John Elkann ha sottolineato che sulla vicenda dell'ex stabilimento di Termini Imerese ha prevalso «il senso di responsabilità» e questo ha consentito «di trovare un accordo». Intanto in alcune slide di presentazione per un incontro di investitori emerge che Fiat prevede di salire al 58,5% di Chrysler entro l'anno. Viene ribadito anche il target sull'indebitamento da 5-5,5 miliardi di euro a fine anno. Su Fiat e il suo rapporto con Confindustria è intervenuto Giorgio Squinzi, numero uno della Mapei e principale candidato con Alberto Bombassei a succedere a Emma Marcegaglia alla presidenza di Confindustria. «Fiat è una componente particolarmente importante del mondo manifatturiero e dovrebbe essere naturalmente rappresentata da Confindustria: è un obiettivo per il quale sono pronto ad impegnarmi».

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