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Borse positive, spread sopra i 500 punti

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Un rimbalzo tecnico ridà fiato alle Borse europee alla fine di una settimana nera. La volatilità resta alta e le tensioni restano, come mostra l'andamento negativo del mercato nella prima parte della seduta e la pressione sui titoli di Stato, con lo spread tra il Btp e il Bund sulla soglia di guardia dei 500 punti. Le indiscrezioni sul piano di coinvolgimento del settore privato (Private Sector Involvment) secondo cui verranno rimossi o ridotti i meccanismi di coinvolgimento, ovvero le eventuali ristrutturazioni del debito sovrano peseranno meno di quanto temuto sulle banche (DJ Stoxx di settore +0,74%), hanno favorito quello che per ora gli analisti chiamano "rimbalzo tecnico", ma "dovranno essere confermate prima di avere un effetto più duraturo sulla fiducia degli operatori", commenta Luca Mezzomo, responsabile ricerca macroeconomica di Intesa Sanpaolo. In serata il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble, ha in parte confermato le indiscrezioni, dichiarando che i governi dell'Unione europea potrebbero "aggiustare" le pesanti perdite che verranno inflitte ai creditori privati con l'istituzione del nuovo fondo di salvataggio permanente europeo. Borse europee positive Wall Street, alla riapertura dopo la festività del Thanksgiving, ha approfittato del rimbalzo, e a sua volta il rialzo degli indici americani ha fatto da volano anche per i listini del Vecchio Continente, dopo una mattinata pesante, frenata dai dubbi rimasti dopo il vertice di Strasburgo e dalle tensioni sui titoli di Stato (lo spread tra Btp e Bund è di nuovo volato sopra i 500 punti). Londra chiude in rialzo dello 0,72%, Parigi dell'1,23% e Francoforte dell'1,19% mentre Milano resta il fanalino di coda con un rialzo dello 0,12%. Il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy hanno confermato il loro sostegno per l'Italia, dicendo che "il crollo d'Italia porterebbe inevitabilmente alla fine dell'euro». Non basta a far tornare la fiducia. L'asta dei Bot a 6 mesi ha visto collocati tutti gli 8 miliardi offerti ma il rendimento medio è volato al 6,504% dal 3,535% del collocamento di ottobre. Dopo l'asta lo spread del decennale è volato sopra i 500 punti ma, fanno notare nelle sale operative, la pressione è aumentata soprattutto sulle scadenze a breve. Il tasso pagato dal Btp con scadenza a due anni è volato all'8%, segnando un nuovo massimo dalla creazione dell'euro. Rendimenti record sui Bot Non si arresta l'ondata di vendite sul debito italiano: lo spread continua a viaggiare a quota 500 punti base, il tasso sul Btp a due anni sfonda la barriera dell'8% e quello dei Bot a sei mesi è schizzato al record sfiorando il 7%. Questo l'effetto delle aste odierne di Bot e Ctz che certificano come siano ormai a livelli insostenibili i costi che l'Italia deve accollarsi per finanziarsi sul mercato. Tanto che il vicepresidente della Commissione Ue, Olli Rehn - che oggi ha incontrato il premier Monti a Roma - ha definito "un elemento di grave preoccupazione" i rendimenti raggiunti dai Btp e lo spread con il benchmark tedesco. "Se lo spread dovesse continuare ad essere così alto a lungo - ha aggiunto - avrà certamente un impatto negativo sull'economia".  Fatto sta che oggi il Tesoro per riuscire a piazzare tutti gli otto miliardi di Bot a 6 mesi ha dovuto offrire un rendimento medio del 6,504%, dal 3,535% del collocamento di ottobre. Un tasso così elevato non si era visto da 14 anni a questa parte e ha fatto impennare lo spread tra Btp e Bund decennali fino a 511 punti, mentre il rendimento del biennale è volato all'8%, segnando un nuovo massimo dalla creazione dell'euro. Non è andata meglio con l'asta di Ctz per due miliardi con scadenza nel 2013: l'interesse è balzato al 7,814% dal precedente 4,628%. Tutto questo mentre la Bce continua a comprare titoli di Stato italiani e si moltiplicano le adesioni al Btp Day per sostenere il debito dell'Italia. "Vedremo cosa succederà ora con le misure del governo" ha commentato il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, spiegando che "questi tassi non sono un indicatore equilibrato della situazione economica, ma di una dinamica di mercato" e "andranno contrastati con misure credibili quali quelle che il Governo sta elaborando". Ma il mercato non aspetta ed è conclamato che la curva dei tassi dell'Italia assomiglia sempre di più a quella di Grecia e Portogallo costretti ben presto a dichiarare bancarotta. A mercati chiusi Fitch ha declassato 8 banche di medie dimensioni, tra le quali anche Banca Popolare di Milano, come conseguenza - spiega l'agenzia di rating - del peggioramento dell'ambiente economico e in considerazione della "sfida strutturale di operare in un mutato contesto operativo in cui la redditività si è ridotta, tra tassi di interesse bassi e costi di finanziamento più elevati".  

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