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L'Ue stringe sugli Eurobond

Bruxelles, sede del Parlamento europeo

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Arrivare presto a definire una roadmap per il lancio degli Eurobond e rafforzare gli strumenti per porre sotto tutela i Paesi dell'Eurozona in difficoltà: questi gli obiettivi a cui punta la Commissione Ue con il pacchetto di proposte che varerà mercoledì nell'ambito degli interventi contro la crisi dei debiti sovrani. L'iniziativa di Bruxelles rappresenta un passo in avanti sulla strada delle euro-obbligazioni, idea sostenuta anche dal neopremier Mario Monti. Il quale ha però già fatto sapere che, prima di esprimersi su questo argomento nella sua nuova veste istituzionale, intende parlarne giovedì prossimo a Strasburgo con Nicolas Sarkozy e Angela Merkel. Ma le proposte elaborate dalla Commissione sono anche un ulteriore giro di vite sul sistema di sorveglianza dei bilanci nazionali, un fronte sul quale, avverte Bruxelles, bisognerà attuare ancora altri, più incisivi interventi. Intanto però la ricetta per applicare concretamente e in maniera stringente la riforma della governance economica appena varata non fa sconti a nessuno. Secondo quanto si legge nelle proposte di regolamento, i Paesi in "gravi difficoltà finanziarie", anche se non ancora raggiunti da una procedura di deficit eccessivo e non soggetti a programmi di assistenza finanziaria, potranno essere sottoposti a una "vigilanza rafforzata" per "evitare che la loro condizione possa contagiare" altri Paesi. Una volta sotto tutela, gli ispettori Ue si recheranno periodicamente in questi Paesi "per verificare i progressi realizzati" e nei loro rapporti trimestrali dovranno indicare se sia necessaria l'adozione di nuove misure. La Commissione, se le circostanze lo richiederanno, avrà anche il potere di proporre al Consiglio di "raccomandare" al Paese sotto tutela di richiedere aiuti finanziari e predisporre programmi di aggiustamento. Ma Bruxelles ha scelto anche di stringere i tempi sugli Eurobond con l'obiettivo di indicare una tabella di marcia entro il prossimo febbraio. Per questo per mercoledì prossimo è prevista l'adozione di un documento (cosiddetto Libro verde) in cui presenta tre proposte di euro-obbligazioni e sottolinea che anche la sola prospettiva di future emissioni di questi titoli - cioè un effetto annuncio - potrebbe "potenzialmente e velocemente alleviare" l'attuale crisi dei debiti sovrani. In particolare si tratta della completa sostituzione delle emissioni di titoli pubblici nazionali con Eurobond garantiti da tutti i Paesi di Eurolandia, della sostituzione parziale e di una sostituzione parziale senza garanzie congiunte con una responsabilità pro-quota che resterebbe ai singoli Stati. Bruxelles avverte che sarà indispensabile che la messa a punto di una roadmap per arrivare agli Eurobond sia accompagnata in parallelo da un "sostanziale rafforzamento della vigilanza sui conti pubblici e del coordinamento delle politiche" di bilancio. Fino forse a contemplare l'ipotesi di una possibile "amministrazione controllata" per quei Paesi a rischio fallimento. Solo così, sottolinea ancora la Commissione, si potranno neutralizzare le tentazioni di "azzardi morali" che gli stability bond potrebbero generare tra i governanti dei Paesi con problemi di bilancio e assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche.  Secondo alcune analisi contenute nel documento, i rendimenti degli Eurobond potrebbero essere solo di mezzo punto superiori a quelli di Bund tedeschi. A causa di varie difficoltà, non ultima la necessità di modifica dei Trattati e i vincoli imposti al governo tedesco dalla Corte Costituzionale, la Commissione prospetta anche la possibilità di un mix tra le diverse opzioni e la realizzazione del progetto in base a un percorso a tappe.  

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