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La voglia di Bot contagia i risparmiatori

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Veroporto sicuro de i risparmiatori italiani per decenni. Mentre il rialzo dei tassi di interesse sui Bot, conseguenza della crisi del debito sovrano, ha convinto molti italiani a rimettere soldi nei tradizionali strumenti di liquidità . È quanto emerge dall'indagine Acri-Ipsos condotta in occasione della «Giornata mondiale del risparmio» che si tiene oggi a Roma. Secondo i dati presentati ieri nel 2011 è tornata ad aumentare (dal 21 al 24%) la percentuale degli intervistati che preferisce investire una piccola parte dei propri risparmi, a discapito di chi sceglie di tenere i soldi in casa o sul conto corrente (64% contro 68% nel 2010). La causa, si legge nella ricerca, può essere individuata nell'aumento dei rendimenti dei titoli di Stato e delle obbligazioni. Il «mattone» resta in ogni caso l'investimento preferito, ma la percentuale di coloro che ci puntano crolla di oltre dieci punti percentuali in un anno (dal 54 al 43%), tornando sui livelli del 2001. La sensazione di base che emerge dalla rilevazione è che sei italiani su dieci hanno la sensazione di aver ridotto negli ultimi anni le riserve di risparmio accumulate nel corso della propria vita. Gli italiani sono insomma consapevoli della propria incapacità di accumulare risparmio e della sensazione che le famiglie stano mettendo da parte poco (53%). Riguardo a se stessi, gli italiani considerano il risparmio fondamentale soprattutto per la sicurezza economica dopo la pensione (47%) e per la possibilità di programmare il proprio futuro (44%). Il 24% lo considera inoltre cruciale per la crescita economica del Paese, con un calo di 7 punti rispetto al 2010. Appena il 13% lo giudica importante per finanziare lo Stato. Inoltre il timore per il futuro della pensione è passato dal 38% della prima indagine nel 2001 all'80% Sereno il giudizio del presidenet dell'Acri, Giuseppe Guzzetti, secondo il quale « il nostro Paese può contare comunque, su un sistema bancario solido e senza aiuti pubblici, il quale chiede a governo e autorità di vigilanza di smettere con gli ammonimenti». Fil. Cal.

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