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Valerio Maccari Cresce l'inflazione e cala la disoccupazione.

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Sitratta del dato più alto dall'ottobre del 2008, ed è dovuto anche agli effetti dell'aumento dell'Iva stabilito dalla manovra. Più positivi i dati dal fronte del mercato del lavoro. Che, nonostante la crisi, dà segnali di miglioramento: nel secondo trimestre del 2011 il tasso dei senza lavoro si è attestato al 7,8%, in netto calo rispetto all'8,3% dell'anno precedente. Un trend positivo confermato dai dati di agosto, con un tasso di disoccupazione del 7,9%, scesi dello 0,4% sul 2010 e dello 0,1% su luglio. Nel secondo trimestre dell'anno è cresciuta anche l'occupazione, che ha messo a segno un aumento dello 0,4% (pari a 87mila unità) rispetto a quanto rilevato nello stesso periodo dell'anno precedente. E ad agosto, per la prima volta in tre anni, i disoccupati sono tornati sotto quota due milioni: per l'esattezza 1.965.000, 36 mila in meno di luglio e 83 mila in meno rispetto ad un anno fa. In calo anche la disoccupazione giovanile, che nel secondo trimestre è scesa dal 27,9% al 27,4%, anche se tra luglio e agosto è tornata a salire, modestamente, dello 0,1%. Ma non è tutto oro quel luccica. A fronte dell'aumento dei posti di lavoro, nel secondo trimestre è cresciuta anche la disoccupazione di lunga durata, portando a 52,9% la percentuale di senza lavoro che cerca impiego da più di un anno. Ed è salito anche il numero delle persone che non lo cercano: il tasso di inattività si è portato al 37,9%, lo 0,4% in più rispetto all'anno prima. L'aumento di posti di lavoro ha poi riguardato solo la componente maschile, incrementata dello 0,2% su luglio, e dello 0,9% su agosto 2010. Tagliate fuori le donne, soprattutto nelle regioni del sud, dove il tasso di disoccupazione femminile è al 44%, il più alto dal 2004. Ad essere assunti sono stati soprattutto stranieri (+168mila), mentre i lavoratori italiani sono 81mila in meno. Il secondo trimestre dell'anno ha visto diminuire anche gli occupati a tempo pieno (-0,2% pari a 32mila unità), mentre sono aumentati quelli a tempo parziale (+3,4% pari a 119mila unità). Una crescita che però, sottolinea Istat, sarebbe da addurre ìancora una volta al part time involontario”. In riduzione anche i lavoratori con contratti a tempo indeterminato (-0,1%), mentre continuano ad aumentare, senza sosta, i dipendenti a termine. Che sono 149 mila (il 6,8%) in più rispetto al 2010.

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