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La manovra fa bene alle pensioni

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Una donna sfoglia un modulo per la richiesta di pensione

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La finestra mobile ha fatto effetto. Grazie all'entrata in vigore, infatti, dell'aumento di un anno dell'età minima per la pensione di anzianità e della «finestra mobile», sono calati del 19,3% gli assegni erogati dall'Inps. Vale a dire che la richiesta di nuove pensioni è passata da 257.940 a 208.134. Cominciano dunque a vedersi gli effetti della manovra economica del 2010 e, come sostiene il presidente dell'Inps Antonio Mastrapasqua, «le riforme hanno funzionato» soddisfatto soprattutto perché l'Istituto chiuderà anche il 2011 con un avanzo finanziario. «Siamo impegnati - ha detto Mastrapasqua - perché il piccolo segno meno del bilancio preventivo assestato nel 2011 diventi un segno più a consuntivo. Le riscossioni aumentano e i dati sull'occupazione ci fanno ben sperare». Il calo del numero di nuovi assegni erogati è stato consistente soprattutto per le pensioni di vecchiaia, passate dalle 115.812 accertate nei primi 8 mesi del 2010 a 87.894 nello stesso periodo 2011, con un calo del 24,1%. In questo caso ha influito soprattutto l'effetto «finestra mobile» ovvero il rinvio della decorrenza della pensione di 12 mesi per i lavoratori dipendenti e di 18 mesi per gli autonomi. Nel 2010 per l'uscita dal lavoro con l'età di vecchiaia erano disponibili nell'anno quattro finestre. Per le pensioni di anzianità si è verificato un calo del 15,4% con un numero di pensioni accertate nei primi otto mesi passate dalle 142.128 del 2010 a 120.240 del 2011. Per la pensione anticipata rispetto all'età di vecchiaia l'inasprimento dei requisiti di un anno (da 59 a 60 di età minima per i dipendenti, da 60 a 61 per gli autonomi con rispettivamente quote 96 e 97) scattato nel 2011 era previsto dalla riforma del 2007 che ha modificato lo «scalone» della riforma Maroni. Sulle iscrizioni in diminuzione non pesa ancora l'effetto della misura che innalza l'età collegandola all'aspettativa di vita (partirà nel 2013), né quella sull'aumento dell'età per chi ha almeno 40 anni di contributi (che partirà nel 2012 con un mese per poi arrivare a tre nel 2014). Analizzando i dati dell'Istituto, Mastrapasqua ha comunque sottolineato che «le pensioni di anzianità avevano una validità quando non c'era la legge sui lavori usuranti, ma oggi va fatta una riflessione sulla transizione lenta verso la loro abolizione». Questo perché «il sistema previdenziale non è avulso dal mondo del lavoro e del welfare. «Abbiamo fatto le riforme, i conti dell'Inps sono in ordine - ha aggiunto il presidente - ma il sistema non puo' prescindere dall'andamento del Pil. Noi stiamo traghettando il sistema dal retributivo al contributivo senza informazione, c'è una contrapposizione tra padri col retributivo e figli con contributivo, e non si insegna da nessuna parte, la disinformazione dei giovani creerà dei problemi». Ma sulle pensioni di anzianità mette un punto fermo il ministro dell'Interno Roberto Maroni: «Si può discutere in maniera intensa su tutto tranne che su un punto, l'abolizione delle pensioni di anzianità, che è il chiodo fisso di Confindustria ma è una cosa ideologica».

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