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Appello L'ad di Fiat Marchionne non ha dubbi: «È il momento di fare squadra»

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Èquesta, secondo l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, la priorità assoluta perché il Paese possa affrontare al meglio la crisi economica. «La cosa più importante è riacquistare credibilità a livello internazionale. È essenziale, altrimenti è inutile parlare di crescita - spiega -. Il sistema deve comportarsi in maniera compatta e coesa. Questo è il momento di fare squadra. Non dò la colpa a nessuno, ma dobbiamo far vedere al di fuori un'unica faccia». L'amministratore delegato, all'Aquila per inaugurare la scuola di infanzia destinata ai bambini che abitano il nuovo quartiere di Bazzano, porta ad esempio addirittura la Turchia, Paese visitato in questi ultimi giorni per un incontro con il primo ministro, Recep Erdogan: «Si è comportata e ha affrontato la crisi in modo totalmente diverso». Il secondo confronto, inevitabile, è però con gli Stati Uniti, Paese in cui come ad di Chrysler, Marchionne sta portando avanti la trattativa con i sindacati dei metalmeccanici locali. Durante i negoziati, che ancora vanno avanti in attesa di un accordo o dell'esito di un eventuale arbitrato, gli operai continuano ad andare al lavoro. La trattativa «non è più o meno facile rispetto all'Italia, è completamente diversa - sottolinea - lì non è un discorso ideologico, qua lo è. Sfortunatamente qui siamo andati ad intrecciare il lavoro con la politica. Ma se vogliamo usare le piattaforme industriali per altri discorsi credo che abbiamo sbagliato giudizio». Il riferimento è evidentemente anche alla Fiom di Maurizio Landini che ieri, proprio in occasione della manifestazione organizzata a Roma sul futuro dello stabilimento di Termini Imerese, è tornato ad ipotizzare una mobilitazione generale di tutti gli operai del gruppo. Il messaggio di Marchionne è chiaro: «Noi gestiamo 270mila persone in tutto il mondo. La Fiat andrà avanti, non possiamo essere condizionati dai comportamenti di una minoranza». Secca la risposta della Fiom, affidata a Giorgio Airaudo: «Marchionne pensi piuttosto ad evitare che la Fiat diventi minoranza fra i produttori automobilistici europei». Sul futuro dello stabilimento di Mirafiori restano però ancora tempi incerti. La Fiat infatti sta «ancora lavorando» per decidere quale sarà la produzione e difficilmente chiuderà entro la fine del mese. «Mancano solo due giorni - ha concluso Marchionne - non siamo così veloci».

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