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Crisi, Tremonti: l'Europa può farcela ma servono misure straordinarie

Fmi, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e Vittorio Grilli  del Tesoro

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"L'Italia come al solito è vista meglio da fuori, che dall'interno del Paese". Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, durante i lavori del Fondo Monetario Internazionale, spiega che "i nostri conti sono valutati in modo positivo" e sia per quanto riguarda il consolidamento di bilancio sia per quanto riguarda l'avanzo primario, "abbiamo fatto più di altri Paesi, e dobbiamo ora fare meno di altri".  Certo, aggiunge il ministro, "occorre fare di più sul lato della crescita e per far questo serve un'azione collettiva". "La crisi continua", spiega il titolare del Tesoro, e "l'Europa è l'epicentro ma può farcela. Siamo in una realtà straordinaria e non bisogna fare l'errore di metodo e di strategia di affrontare la situazione con mezzi ordinari. Servono strumenti straordinari", auspica il ministro.  NO COMMENT SU DIMISSIONI Non perde il gusto per la battuta il ministro dell'Economia che, nella conferenza stampa al termine dei lavori del Fondo Monetario Internazionale, prende in giro i giornalisti italiani che lo hanno "inseguito" durante i due giorni di soggiorno statunitense.  Quando gli si chiede quali incontri bilaterali ha avuto a margine dell'assemblea dell'Fmi, il ministro risponde: "Ad esempio, ieri mattina alle 8, avevo un appuntamento con la signora Lagarde (il direttore generale dell'Fmi, ndr). Vi ho aspettato fuori l'albergo - dice rivolto ai giornalisti - ma non vi ho visto, e mi sono preoccupato, mi sono davvero meravigliato. Ho aspettato anche un po' ma non vi ho visto. Dov'eravate?". Nessun cenno di Tremonti alla situazione politica italiana, in particolare sulle polemiche che hanno al centro lo stesso ministro dell'economia. "All'estero parlo solo di questioni internazionali", aveva detto ad alcuni cronisti. Questione ripoposta in apertra di conferenza stampa. "Se ne va o resta?" Il ministro ascolta in silenzio la domanda d'esordio ed evita di rispondere."Come si dice - si limita a replicare il ministro - cuius regio eius religio (di chi è la regione di lui sia la religione, ndr). Qui si parla del Fondo, dell'Italia nel Fondo e quindi cortesemente la pregherei di rispettare questo tipo di convenzione che da sempre abbiamo qua", dice il ministro alla giornalista che l'ha interrogato.   PECHINO E I BOND "Nessuno ha chiesto nulla", precisa poi Tremonti riferendosi all'incontro avuto nelle scorse settimane con i rappresentanti del fondo sovrano cinese. "E' stato un dialogo a tutto campo su temi economici e finanziari" aggiunge il titolare del Tesoro spiegando che da parte italiana "non c'è stata alcuna richiesta di sottoscrizione" di bond.  

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