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Il giudice dà ragione a Fiat su Pomigliano

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ValerioMaccari Gli accordi di Pomigliano sono legittimi, e la Fiom deve rispettare un contratto approvato «dalla stragrande maggioranza» dei lavoratori, e che per questo non può essere considerato antisindacale. Nello stesso tempo, però, la Fiat non può escludere dalle rappresentanze sindacali la Fiom per una «posizione di dissenso». Il giudice del tribunale di Torino, Vincenzo Ciocchetti, deposita le motivazioni della sentenza del 16 luglio, con la quale ha rigettato il ricorso per comportamento antisindacale mosso da Fiom a Fiat sul progetto Fabbrica Italia di Pomigliano d'Arco. Nelle 72 pagine, il giudice spiega che «non esiste alcun divieto legale alla stipula di simili tipi di contratto». Anzi, «il sistema di regole delineato dagli accordi tra Fiat e lavoratori – scrive Ciocchetti - è l'unico esistente a Pomigliano dal momento che non ve n'è un altro e che il rapporto di forza tra tutte le parti protagoniste porta a questo risultato, convalidato anche dal referendum; risultato rispetto al quale appare del tutto ininfluente l'adesione o meno di Fiom. Con la conseguenza che tutti i lavoratori della nuova società alle dipendenze di Fabbrica Italia Pomigliano saranno a tali regole assoggettati». Se in Italia si conclude il caso Pomigliano, continuano invece in Usa le tensioni con i sindacati. In una lettera indirizzata a Bob King, leader dello United Auto Workers, il sindacato del settore automobilistico Usa, Marchionne ha accusato l'organizzazione di non rispettare gli impegni, e di aver saltato il tavolo per il rinnovo dei contratti dei lavoratori Chrysler. «Penso ai nostri 26.000 dipendenti che domani lavoreranno senza un nuovo contratto - scrive Marchionne - e senza neanche un'intesa tra Chrysler e Uaw che preveda l'estensione del vecchio». Al centro delle trattative, trascinatesi oltre la scadenza del vecchio accordo, c'è la richiesta del sindacato di un aumento per i nuovi assunti, che attualmente sono pagati la metà della paga dei loro colleghi più anziani, e la partecipazione degli operai agli utili del gruppo.

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