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Alla Fed i capitali dell'Ue

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Attenzione al grafico che pubblichiamo in questa pagina: mostra il denaro parcheggiato nelle casse della Federal Reserve americana da parte di istituzioni finanziarie straniere. La curva ha cominciato a impennarsi. Le banche centrali e altri organismi ufficiali hanno parcheggiato somme record di dollari presso la Fed confermando la forte perdita di fiducia nelle banche commerciali. I fondi di riserva da parte di conti esteri ufficiali sono infatti raddoppiati dall'inizio dell'anno, con un picco enorme in contemporanea con il contagio a Spagna e Italia della crisi del debito a fine luglio. Cosa significa? Nessuno si fida più del sistema bancario europeo, nemmeno le stesse banche dell'Unione. Ergo: fuga dall'euro e rifugio nel dollaro. Lo ha dichiarato lo stesso numero uno di Deutsche Bank, Josef Ackermann: «Molte banche europee rischiano di non sopravvivere se saranno costrette a rivedere il valore di bilancio dei titoli del debito in loro possesso agli attuali valori di mercato». Ecco perché cresce il nervosismo del Fondo Monetario Internazionale. Le banche centrali sono preoccupate per la sicurezza dei loro depositi e quindi stanno depositando il denaro presso la Fed. Ai livelli che precedettero il crollo di Lehman Brothers. Di più, le banche europee si sono ridotte a farsi prestare stanziamenti in dollari a una settimana, pittosto che a sei o dodici mesi come al solito. Come fa notare Mauro Bottarelli su IlSussidiario.net «se il mercato di finanziamento in dollari dovesse congelarsi, allora la Bce potrebbe agire come un backstop, ovvero porsi a protezione degli istituti esposti. Per l'ennesima volta.   La Banca per i Regolamenti Internazionali ha reso noto che le banche europee e britanniche hanno un gap di finanziamento in dollari di 1,8 trilioni derivante dall'espansione globale durante il boom che dipende sul finanziamento in dollari e va incontro a roll-over obbligato. Questo non sarebbe un problema in condizioni normali ma le dinamiche di finanziamento possono bloccarsi durante una crisi». Le banche europee stanno ancora lottando per avere accesso ai 7 triliardi di dollari dei «money market funds» americani ma la scorsa settimana Fitch ha confermato che gli istituti italiani e spagnoli sono stati tagliati fuori. E lo scenario rischia di degenerare improvvisamente in caso di un sempre più probabile default della Grecia che sta già minando il concetto europeo di solidarietà. Le banche che stanno incontrando maggiori difficoltà a procurarsi finanziamenti in dollari attualmente sono la britannica e nazionalizzata Royal Bank of Scotland, e le due principali banche svizzere Csfb e Ubs. Se la Grecia fa default, secondo Bottarelli, le prime a cadere saranno proprio quelle due banche svizzere: successo quello, potrà succedere di tutto.

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