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Tremonti al Meeting di Rimini: l'Eurobond è il futuro

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Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti

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{{IMG_SX}}Iniziato con le "bacchettate" di Giorgio Napolitano a maggioranza e opposizione sull'atteggiamento tenuto rispetto alla crisi economica e con l'invito del presidente della Repubblica affinché le forze politiche parlino il linguaggio della verità, l'edizione 2011 del Meeting di Cl si chiude con un Giulio Tremonti che ribadisce che la crisi non è ancora "al game over" e che per vincerla davvero serve una strategia europea. Migliaia di persone hanno partecipatoper una settimana, nonostante caldo e ferie, (ottocentomila secondo gli organizzatori) giorno e notte la Fiera di Rimini seguendo 113 incontri con 321 relatori, visitando 10 mostre ed assistendo a 26 spettacoli: il tutto tenuto in piedi grazie al lavoro di 4mila volontari, in una kermesse dedicata al rapporto che intercorre nella società di oggi tra esistenza e certezza, ma con gli occhi puntati continuamente sulla crisi, sviscerata nelle sue cause e nelle possibili soluzioni da esponenti della politica e della finanza. È stato un meeting di sorprese: a partire dall'inedito discorso inaugurale del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che davanti al popolo di Cl ha riconfermato il suo ruolo di guida del Paese per uscire da questa difficile crisi. Tre le parole d'ordine da lui lanciate: verità sulla crisi, senza nasconderne la gravità; unità di intenti per uscirne; lotta all'evasione e quindi responsabilità di tutti nel sobbarcarsi i costi. Le altre novità si sono chiamate Giuliano Amato e Sergio Marchionne. Amato ha dato il suo contributo cercando di mettere una 'toppà alla più dolorosa delle ferite aperte fra cattolici e laici dall'Unità: la breccia di Porta Pia. L'ex premier ha detto che l'unità è stata fatta non da elite isolate, ma da tutto un popolo, cattolici compresi. Con un invito a ricomporre fratture per ripartire uniti in questo difficile momento del Paese. Ma la novità più dirompente è stata probabilmente la doppia visita dell'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne. Il manager ha cercato di fugare i dubbi su una impresa vista dai mercati un pò in affanno, sparso ottimismo e abbracciato quel popolo ciellino che già lo scorso anno lo aveva applaudito nei giorni difficili di Pomigliano e di Fabbrica Italia. Quest'anno è andato oltre, sostanzialmente «benedicendo» la discesa in politica di Luca Cordero di Montezemolo. E le sorprese sono arrivate anche dalla politica: al Meeting sono venuti, entrambi in forma privata, i segretari del Pdl e del Pd, Angelino Alfano e Pier Luigi Bersani (con quest'ultimo che è riuscito anche ad avere un colloquio privato con il ministro Tremonti). Presenze brevi, avvenute in punta di piedi e senza interventi dal palco, ma che testimoniano l'attenzione della grande politica alla tribuna riminese dove l'anno prossimo andrà in scena il confronto sul «rapporto con l'infinito» che sta alla base della natura dell'uomo. Tremonti ha chiuso l'edizione 2011 del Meeting: l'arrivo del ministro - alla sua 11esima volta al Meeting - era molto atteso dopo la girandola di polemiche legate agli emendamenti alla manovra bis. Il ministro nell'intervento ha ribadito che la crisi non è finita, il "game over" non è ancora arrivato. Per Tremonti dunque la soluzione deve e può essere negli Eurobond, strumento per gestire il futuro fatto di rigore e disciplina. Di qui il monito alla Germania a non arroccarsi su una posizione nazionalista. "Se si va avanti su un clinale pericoloso - ha detto il ministro - il rischio è che bisognerà cambiare musica e passare dall'Inno alla gioia all'Incompiuta di Schubert". Gli Eurobond, ha detto il ministro, non sono "un'idea che non può andare perchè conviene solo alla Spagna e all'Italia. E' un commento non appropriato. Gli Eurobond sono strumenti per il consolidamento fiscale, per la moneta comune e per i finanziamenti futuri nella prospettiva di crescita". Unico riferimento all'Italia una frase di Don Giussani: "Le forze che muovono la storia sono le stesse che muovono il cuore dell'uomo". La stessa frase che il ministro ha ritrovato su un pannello della mostra che, rivolgendosi al ragazzo che lo accompagnava, ha chiesto di poter staccare per portarlo in Parlamento in modo da far leggere la citazione anche ai colleghi.

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