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La Ue ora frena sugli Eurobond

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Da sinistra il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy parla con il premier francese Nicolas Sarkozy e il cancelliere tedesco Angela Merkel

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È ancora accesa la discussione sull'introduzione degli eurobond. La misura caldeggiata dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti che si è sempre scontrato con il presidente francese Sarkozy e il Cancelliere tedesco Merkel, ieri ha ricevuto un'altra bocciatura dal presidente dell'Unione Europea Herman Van Rompuy cheperò ha rilanciato la Tobin Tax. Il no perentorio arriva dopo che venerdì scorso la Commissione europea aveva timidamente aperto all'idea di emettere eurobond per tentare di fermare il terremoto che sta sconvolgendo i mercati finanziari. La tesi di Van Rompuy è che l'Europa non è ancora pronta per una misura di questo genere perchè non ha ancora realizzato una maggiore convergenza tra i bilanci e le economie nazionali. «Gli eurobond si potranno emettere il giorno in cui ogni Paese avrà i bilanci in pareggio o almeno virtualmente in pareggio», ha detto, sottolineando che «al momento ci sono tre Paesi, Grecia, Portogallo e Irlanda, che stanno ricevendo assistenza finanziaria, e ci sono debiti nazionali che vanno dal 6,6% del Pil in Estonia al 142,8% del Pil in Grecia. Non è dunque il momento giusto per creare un'agenzia unica del debito» a livello europeo. E sempre ieri Berlino ha ribadito per l'ennesima volta la sua ferma opposizione ai titoli europei. «Fino a quando questa coalizione sarà al governo, non ci saranno eurobond», ha affermato il ministro dell'economia tedesco, Philipp Roesler, in una intervista al domenicale Bild am Sonntag, aggiungendo che l'emissione degli eurobond «minaccerebbe la crescita economica della Germania, perchè porterebbe a un aumento dei tassi d'interesse». «Sappiamo che gli Eurobond sarebbero un falso segnale per le economie più deboli - ha affermato il ministro tedesco - Se si assume il rischio di altri paesi attraverso gli Eurobond, cresceranno i tassi d'interesse tedeschi. E questo metterebbe in pericolo drammaticamente la nostra crescita». Anche il presidente degli industriali tedeschi, Dieter Hundt, si oppone all'emissione di bond europei. «Nelle circostanze attuali -spiega- sarebbe solo un incentivo ai paesi deboli di continuare a chiedere prestiti a scapito dei paesi più forti. Non possiamo accettare in alcun modo che un paese ben gestito come la Germania debba pagare i debiti dei paesi negligenti». Sembra morire sul nascere, dunque, la proposta della Commissione Europea di «presentare un rapporto al Parlamento e al Consiglio sulla creazione di un sistema di emissione comune di bond sovrani europei», annunciata dal commissario agli Affari economici e monetari della Ue, Olli Rehn. Per quanto riguarda l'introduzione della cosiddetta Tobin Tax sulle transazioni finanziarie, il Presidente della Ue ha detto che «a livello europeo c'è una posizione favorevole», ma sul tema «c'è un intenso dibattito». Bisogna valutare infatti «se può funzionare solo nell'eurozona o deve essere applicata a livello globale». Ma già l'anno scorso Gran Bretagna e Svezia si opposero con fermezza all'applicazione della Tobin Tax nella Ue-27. E, secondo l'Associazione delle Banche tedesche, una tassa sulle transazioni finanziarie «sarebbe inutile» perchè gli operatori di Borsa, con un semplice click al computer, potranno girare tutte le transazioni di mercato verso quei Paesi che non adotteranno la Tobin Tax.

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