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Bce: in Italia e Spagna ripresa contenuta

Il presidente della Bce Jean-Claude Trichet

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In Italia la ripresa economica seguita alla recessione mondiale è avanzata a rilento rispetto alle altre maggiori economie dell'area euro. Lo afferma la Banca centrale europea in uno studio pubblicato nel suo ultimo bollettino mensile. L'istituzione monetaria rileva come "dopo le considerevoli flessioni durante la recente recessione, in tutti i paesi ad eccezione dell'Italia le esportazioni si sono riportate su livelli pari o prossimi a quelli massimi rilevati prima della recessione". Inoltre, guardando agli investimenti, "l'attuale ripresa è sostanzialmente analoga alle espansioni precedenti in Francia, ma più contenuta in Spagna e Italia, mentre in Germania ha riportato la crescita più marcata dal 1970", si legge. A queste basse performance possono aver contribuito fattori specifici come le branche di attività economica del paese, la specializzazione nei prodotti, la competitività e il grado di concorrenza rispetto ai paesi con ridotti costi di produzione.  "È probabile - dice la Bce - che tali fattori abbiano rilevanza nel comprendere la debolezza relativa della ripresa italiana, che non può facilmente spiegarsi solo con la struttura economica generale del Paese".   Il bollettino mensile della Bce riporta la dichiarazione rilasciata dal presidente Jean Claude Trichet domenica 7 agosto sull'Italia e la Spagna in cui si apprezzano le misure annunciate dai due Paesi ma si sollecita ad attuarle subito. "Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea - afferma Trichet - accoglie con favore gli annunci dei governi di Italia e Spagna in materia di nuove misure e riforme nei settori delle politiche fiscali e strutturali. Il Consiglio direttivo ritiene essenziale un'attuazione decisa e celere di queste misure da parte di entrambi i governi per migliorare significativamente la competitività e la flessibilità delle rispettive economie e per ridurre rapidamente i disavanzi di bilancio". La Bce inoltre torna a lanciare appelli affinché i paesi dell'area euro procedano a riforme strutturali sulle loro economie, e in particolare indica come sia "indispensabile eliminare le rigidità dal mercato del lavoro e attuare misure che promuovano la flessibilità salariale". Nell'editoriale del bollettino mensile avverte come sia necessario "realizzare riforme strutturali consistenti ed esaustive per rafforzare la flessibilità delle economie e il loro potenziale di crescita a medio-lungo termine". Le aspettative sul tasso di disoccupazione - si legge nel rapporto mensile - sono rimaste stabili al 9,8 per cento per il 2011 e al 9,5 per cento per il 2012 e si collocano al 9,2 per cento per il 2013. I previsori si aspettano quindi solo una diminuzione graduale del tasso di disoccupazione sull'orizzonte di previsione. Il principale rischio al rialzo per tale scenario è il potenziale rallentamento dell'attività economica. Il tasso di cambio euro/dollaro, invece, dovrebbe rimanere in media a 1,43 nel terzo trimestre del 2011 e poi deprezzarsi lievemente.  

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