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Il buon senso è il sale dell'economia

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Nonsi debbono comportare come i polli di Renzo. È necessario, come anche il Capo dello Stato ha auspicato, che prevalga, nell'interesse del Paese, il senso di responsabilità. Per disprezzare la nostra nazione si cimentano in molti che, forse, non si rendono conto dei danni che producono. Senza l'ottimismo di maniera ma anche eliminando un cupo pessimismo, noto che in Italia c'è gente che lavora, fatica gioiosamente. Nel produrre beni reali ha l'entusiasmo della ragione che va oltre i disastrosi bollettini di guerra dei mass media. Si cerca, con i fatti, di ripassare il Piave. Basta un po' di buon senso. E tanto buon senso l'ho avvertito non solo nelle parole degli oratori ma nella grande massa di agricoltori che giorni fa riempiva il Palaeur per l'assemblea di Coldiretti. Si è gridato che l'agricoltura non è la Cenerentola della produzione italiana, ma ne costituisce il fiore allo occhiello. Da noi il cibo è sano e i prodotti italiani sono i migliori sia per la qualità che per la salute. Immergersi in una folla che sventolava bandiere, cantava la propria diversità e incitava al lavoro, veniva da chiedersi. Dove mi trovo? Mi trovo in Italia, in quella parte di Italia che ha buon senso, onestà e voglia di lavorare. Si producono beni reali, non sofisticate e virtuali operazioni finanziarie che stanno mettendo a rischio l'intero mondo. Ricordiamoci che l'economia parte dall'attività contadina. Il contadino può essere incolto, ma ha scarpe grosse e cervello fino. Si ricordino i nostri rappresentanti che la nostra gente proprio perché viene dalla terra si aspetta concretezza. Buon senso, che è il sale della economia. Tutto qui.

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