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Accordo più vicino per i contratti

La presidente della Confindustria Emma Marcegaglia

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Accordo vicino per i contratti. La firma potrebbe arrivare martedì prossimo quando Confindustria e sindacati torneranno a incontrarsi. Ieri è stato fatto un ulteriore passo di avvicinamento e la Cgil ha dato segnali di disponibilità. «Abbiamo fatto una buona discussione, utile, che ha permesso di ragionare sulla possibilità di un accordo, sulla misurazione della rappresentanza e l'efficacia della contrattazione» ha detto il segretario generale della Cgil Susanna Camusso mentre il presidente della Confindustria Emma Marcegaglia è stata più ottimista: «c'è la volontà di tutti per farlo. Nessuno è arrivato al tavolo dicendo oltre qui non vado. Da parte di tutti noi c'è la consapevolezza che il Paese è in un momento difficile: c'è il problema della competività, una bassa occupazione e quindi c'è responsabilità su questi temi. Si firmerà martedì se sarà possibile». Continua a frenare invece la Fiom. «Non capisco minimamente su cosa si faccia l'accordo martedì. Se sono sul tavolo le deroghe al contratto nazionale e la limitazione del diritto di sciopero non c'è nulla che la Cgil possa firmare» ha detto il presidente del comitato centrale della Fiom, Giorgio Cremaschi, sottolineando che «lunedì al direttivo ci dovrà essere un chiarimento di fondo perchè non si possono fare accordi come quelli del 1992 che hanno portato a 19 anni di tagli del salario». Polemica amplificata dall'altro vertice della Fiom, Maurizio Landini: «Se si arrivasse in questo Paese a fare provvedimenti di legge che recuperino l'idea di mettere in discussione il contratto nazionale di lavoro, sarebbe un attacco alla democrazia senza precedenti». Poi ha sottolineato che la Fiom «ha già presentato una legge di iniziativa popolare che ha raccolto più di 100.000 firme». Landini ha anche insistito sul «diritto dei lavoratori a eleggere i loro rappresentanti nelle Rsu e a votare in referendum liberi, senza ricatti, in cui se vince il sì si firma l'accordo, se vince il no si riapre la trattativa ma non si chiude la fabbrica». Il sindacato dei metalmeccanici polemico con la Cgil non trova sponda neppure nel Pd. Il responsabile economico del partito, Fassina, auspica la firma per martedì e sottolinea «l'importanza per il Paese di essere unito per affronatre l'emergenza economica». Ottimista il ministro del Welfare Maurizio Sacconi che vede l'avvio di una «nuova stagione nelle relazioni industriali». Ed i vantaggi di un accordo unitario, per il ministro, sarebbero evidenti: «la garanzia di una serena applicazione delle intese assunte anche a maggioranza e il venire meno, del tutto o in larga misura, dell'esigenza di una regolazione legislativa». Il ministro Bersani ha messo in evidenza il pericolo di una «spaccatura» sui temi delicati delle regole e del lavoro. Anche Cisl e Uil sono sicuri che ora ci sono tutte le condizioni per un accordo. «Dobbiamo rassicurare i mercati e ritrovare la sintonia tra i sindacati» è il pensiero del leader della Cisl Raffaele Bonanni condiviso dal segretario della Uil Luigi Angeletti: c'è la volontà di trovare soluzioni. L'unica possibilità per incrementare la crescita e l'occupazione nel nostro Paese è la competitività». Pressing per l'accordo dalla Confsal, la quarta confederazione dei sindacati, che considera l'intesa «uno strumento irrinunciabile di crescita economica e occupazionale».

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