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Tremonti: "Tre aliquote e 5 imposte Le basi per la riforma fiscale ci sono"

Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti all'assemblea di Confartigianato all'Auditorium Parco della Musica, Roma

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Le basi per realizzare la riforma fiscale "ci sono", ma occorre individuare i tagli per finanziarla perché "non si può fare in deficit" e "la prima condizione è l'equilibrio del bilancio pubblico" che "è irresponsabile scassare". Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti dall'assemblea di Confartigianato è tornato sul tema del riassetto fiscale e ha annunciato le linee guida della riforma: tre aliquote Irpef e cinque imposte. "Sono convinto - ha sottolineato - che le aliquote le più basse sono il miglior investimento per ridurre pressione fiscale". Nel mirino del titolare del Tesoro anche i detentori di falsi assegni assistenziali. "Bisogna togliere gli assegni a chi ha i Suv", ha avvertito. "Io credo che nell'insieme la base per una riforma fiscale c'è - ha assicurato Tremonti - serve il consenso sui tagli da fare, sulla ristrutturazione del meccanismo assistenziale e così via. LA POLITICA DIA L'ESEMPIO Secondo il responsabile dell'Economia "è giusto un sistema che ha tre aliquote", ma "gli scaglioni e i calcoli vanno fatti secondo quanto riusciamo a tagliare per finanziare". E il primo comparto a dover dare il "buon esempio" è la politica. "Meno aerei blu e più Alitalia", è lo slogan con cui Tremonti ha indicato la strada da seguire per ridurre i costi della politica. E poi, secondo il ministro, è necessario equiparare alla media europea le remunerazioni degli incarichi politici e pubblici. "Per aver idea di come può essere fatta la riforma fiscale di questo governo - ha spiegato il ministro alla platea di imprese artigiane - basta vedere com'era la riforma fiscale del 2001 dove in Parlamento fu approvato un testo che io - ha scherzato - non ho avuto il piacere di svilupparlo, perché dopo un primo modulo di riduzione avendo detto qualcosa che non andava bene sulla Banca d'Italia sono stato mandato a fare....". Un pezzo, quindi, "è stato fatto, altri devono essere stati fatti". In particolare serve "un codice di principi, non è più possibile vivere - ha osservato - con un sistema fiscale in cui la definizione dei soggetti, delle sanzioni è diversa da imposta a imposta, questo genera solo caos". Secondo il ministro, la soluzione "non è il testo unico" che sarebbe soltanto mettere insieme "norme incasinate". È possibile, invece, "accorpare i molti tributi che ci sono, molti tributi minori non possono essere eliminati, ma dal lato degli adempimenti possono essere concertati in una logica unica". Quindi "è possibile ridurre il nostro sistema fiscale in cinque imposte". Per Tremonti è arrivato il momento di "uscire dal sistema per cui lo Stato non si fida del contribuente e tiene le aliquote alte e siccome le aliquote sono alte il contribuente continua a dargliele'. Io - ha sottolineanto - credo in una base la più larga con le aliquote più basse possibili, base larga perché si tolgono regimi di favore e agevolazioni inutili". Infine, una riforma fiscale non può non basarsi su una logica che tiene conto di tre principi "figli e natalità, lavoro e giovani". NON BASTA TAGLIARE "L'equilibrio delle finanze pubbliche è la prima condizione in assoluto. Scassare il bilancio pubblico è una strategia che non è nell'interesse della gente ed è prodotto dell'irresponsabilità". È stato questo il messaggio che il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha espresso durante l'Assemblea annuale di Confartigianato, in corso a Roma. "E' facile dire no ai tagli lineari - ha detto Tremonti -  ma di solito quando vai a parlare con uno ti dice: taglia l'altro. Considero solo in parte corretta la critica sui tagli: tutti possono fare critiche e accettarle - ha aggiunto - l'opposto del lineare è stata la selettiva concentrazione di un enorme quantita' di risorse sugli ammortizzatori sociali, considerata una priorita' ed ha funzionato. E' stato un passaggio fondamentale, quella e' stata la grande scelta intelligente per la tenuta del Paese". CORAGGIO E PRUDENZA "Un governo politico deve avere il coraggio di fare scelte popolari o impopolari, ma scelte che vanno nelle direzione giusta. Confermo la mia convinzione che questo sia il modo migliore per uscire da questa situazione difficile per noi", ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni parlando a Varese. Nei giorni scorsi il titolare del Viminale aveva rimproverato al Tesoro eccessiva "prudenza" e mancanza di "coraggio". "Ci sono dei momenti - ha risposto Maroni ai giornalisti a margine della presentazione di un libro di Finmeccanica - in cui bisogna continuare a fare e accelerare sul terreno del fare, anche perché abbiamo preso degli impegni con gli elettori nel 2008, uno di questi è la riforma fiscale".  Il ministro ha elencato i primi due punti da affrontare per dare una svolta. "Nel programma di governo - ha spiegato - il primo punto era un fisco per le imprese, il secondo un fisco per la famiglia. Quindi questo è il momento di fare le cose, perché ci sono difficoltà, c'è la crisi economica e oltre alla prudenza ci vuole coraggio". Maroni ha quindi concluso il suo ragionamento ribadendo l'auspicio già formulato negli ultimi giorni: "spero davvero che si metta mano alla categoria del coraggio".   

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