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Atene cerca l'accordo con le banche. Ma il default si avvicina

Sede Bce

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La Banca Centrale Europea ha mollato la presa sulla Grecia. Il timore di una bancarotta di Atene ha spinto la Eurotower a digerire la soluzione della cosiddetta ristrutturazione soft del debito statale. Dunque via libera a un rinnovo dei prestiti e dei bond che arrivano a scadenza con il consenso dei creditori, soprattutto le banche internazionali ed europee. Questo con i nuovi aiuti in arrivo potrebbe consentire allo Stato di rimettersi in carreggiata. Ma la soluzione soft non piace alle agenzie di rating: dopo Fitch e Standard&Poor's, anche Moody's ieri ha avvertito che rischia di configurare il default, innescando effetti imprevedibili sui mercati finanziari. Dunque l'onda sta montando e per quanti sforzi stia facendo il Governo greco che deve fronteggiare un'opposizione di piazza feroce, lo spettro del default resta sempre lì. Per poter incassare a luglio la quinta tranche del prestito da 100 miliardi di euro stanziato un anno fa da Ue e Fondo monetario internazionale, Papandreou ha dato una forte accelerazione alle privatizzazioni e deciso una dolorosa stretta, fra tagli di spesa, licenziamenti di dipendenti pubblici e aumenti delle entrate, per 6,4 miliardi nel 2011 e 22 miliardi nel periodo 2012-2015. Ma la tensione è alle stelle: ieri è stata aggredita durante una manifestazione il sottosegretario al Lavoro Anna Dalara, mentre lo stesso Juncker ha detto di aver ricevuto minacce di morte.  Lo stesso partito di maggioranza, il Pasok, mostra divisioni crescenti. In questo contesto si inserisce anche le inefficienze del controllo statale sulla spesa. Ieri l'ultimo caso. Con accertamenti incrociati si è scoperto che circa 4.500 persone decedute da tempo percepivano ancora la pensione, con un aggravio sulla spesa pubblica di 16 milioni di euro l'anno. Il ministro del Lavoro e del Welfare, Louka Katseli, ha promesso che la frode sarà punita e ha spiegato anche che il governo sta facendo controlli anche su circa 9.000 ultracentenari che ricevono ancora la pensione, la stragrande maggioranza dei quali si sospetta siano morti da anni, in un Paese dove accade spesso che i certificati di morte non vengano notificati presso la previdenza sociale, consentendo ai familiari del defunto di percepire intatto l'assegno. Sulla disgrazie della Grecia qualcuno continua però a fare affari. Soprattutto con il piano di privatizzazione degli asset statali. Lunedì scorso il governo ha annunciato l'accordo per la vendita del 10% della quota pubblica nell'ex monopolista delle Tlc, Ote, a Deutsche Telekom che ha portato così la propria partecipazione al 40%. Ma non sono solo le Tlc a fare gola alla Germania. Secondo il Wall Street Journal, Fraport, la società che detiene e gestisce l'aeroporto di Francoforte ha espresso interesse per acquisire la quota pubblica nell'aeroporto di Atene, pari al 55%. Sulla crisi greca ieri è intervenuto anche il presidente Usa Barack Obama che, al termine del suo incontro alla Casa Bianca con la cancelliera tedesca Angela Merkel, ha assicurato che gli Stati Uniti coopereranno per risolvere la crisi greca, anche premendo sul Fondo monetario internazionale. In particolare secondo la Casa Bianca «la Germania giocherà un ruolo chiave per risolvere questa crisi». Proprio ieri il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble ha avvertito la Grecia, che senza l'arrivo di nuovi aiuti rischia seriemente di finire insolvente.

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