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Giù i prezzi alla produzione ma aumentano i costi

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Èquanto rileva Coldiretti commentando i dati Istat sull'andamento dei prezzi nel settore agricolo nel primo trimestre dell'anno. Al contrario - sottolinea l'organizzazione agricola - continuano ad aumentare i costi di produzione, a partire da quelli energetici e della mangimistica, con gravi difficoltà soprattutto per l'attività di allevamento. Il vero problema dell'agricoltura, secondo Coldiretti, è l'altalena dei prezzi con l'andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli che è sempre più fortemente condizionato dai movimenti di capitale che si spostano con facilità dai mercati finanziari fino alle materie prime come grano, mais e soia. L'altalena dei prezzi è «l'effetto delle speculazioni che hanno bruciato nel mondo centinaia di miliardi solo per il grano, le cui quotazioni negli ultimi tre anni sono crollate da 13 dollari per bushel del febbraio 2008 ad appena 5 dollari per bushel del febbraio 2009, a 6 dollari per bushel del febbraio 2010 per poi risalire fino agli 8 dollari per bushel attuali (22 centesimi al chilo). Coldiretti quindi ribadisce che l'obiettivo deve essere di «garantire la stabilità dei prezzi in un mercato a domanda rigida come quello alimentare. Occorrono quindi interventi di mercato innovativi nell'ambito della riforma di mercato della politica agricola comune». Dalle rilevazioni Istat risulta che nel primo trimestre 2011 l'indice dei prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori è aumentato del 3,4% rispetto al trimestre precedente e del 6,4% rispetto al primo trimestre del 2010. I beni e servizi intermedi crescono del 5% rispetto al trimestre precedente e del 9,4% rispetto allo stesso periodo del 2010. I beni di investimento segnano una variazione congiunturale pari a +0,8% e una variazione tendenziale dell'1,6%. Nel primo trimestre il tasso di variazione tendenziale degli indici mensili dei prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori si attesta intorno al 6,0%, segnando un lieve rallentamento nel mese di marzo.

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