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Chrysler pronta a rimborsare i debiti

L'ad di Fiat Sergio Marchionne

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Chrysler si prepara a rimborsare il prossimo 24 maggio i prestiti governativi ricevuti nel 2009 aprendo così la strada all'incremento della quota Fiat nella casa automobilistica di Auburn Hills. Chrysler sta contrattando con le banche fino a 7,5 miliardi di dollari di debito per restituire al governo americano e a quello canadese i prestiti che l'hanno salvata dal fallimento. Chrysler deve ancora 5,9 miliardi al Tesoro americano e 1,6 miliardi ai governi canadese e dell'Ontario. La fissazione del prezzo del nuovo debito è attesa a breve e ci vorranno tre giorni lavorativi per mettere a punto tutti i dettagli prima che Fiat entri in possesso del denaro, riferisce una fonte. Per rifinanziarsi Fiat sta trattando con le banche una linea di credito da 1,5 miliardi di dollari, un'obbligazione garantita da 3,5 miliardi e un term loan, cioè un prestito con un piano definito di rimborso, da 2,5 miliardi. Inoltre Fiat intende aumentare di 1,5 miliardi di euro una linea di credito già esistente con il Credit Agricole, Intesa Sanpaolo e Unicredit. La negoziazione con le banche, che potrebbero allargarsi anche ad altri istituti, inizierà dopo che Fiat avrà completato l'acquisizione di un ulteriore 16% di Chrysler (al prezzo di 1,27 miliardi di dollari) che consentirà al Lingotto di salire al 46% della casa automobilistica americana. L'ad Marchionne, alla chiusura del roadshow con gli investitori avviato all'inizio del mese, ha ripetutamente definito «eccessivi» gli interessi sui prestiti ottenuti con il «salvataggio» all'inizio del 2009.  Lo scorso anno Chrysler ha pagato 1,2 miliardi di dollari di interessi, praticamente tre milioni al giorno. L'imminente restituzione del debito di Chrysler, ha spinto il titolo del Lingotto, che ha guadagnato l'1,31% insieme a Exor (+0,98%), a differenza di Fiat Industrial (-0,57%). Intanto all'Iveco è stato raggiunto un accordo con i sindacati che prevede quattro sabati di lavoro in più in cambio dell'assunzione di 300 nuovi lavoratori. L'Iveco si è inoltre impegnata ad assumere 30 lavoratori a tempo indeterminato a gennaio 2012, scelti fra coloro che erano già stati in azienda con contratti a tempo determinato e non erano stati confermati a causa della crisi economica. Le assunzioni e i maggiori straordinari sono dovuti a un incremento della produzione che si è reso necessario grazie a una commessa da 10mila motori (a cui se ne aggiungeranno altri 10mila) da parte di Cnh. Si tratta di propulsori che avrebbero dovuto essere prodotti l'anno prossimo, ma per i quali è stato deciso l'anticipo a causa delle normative antinquinamento.

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