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La lezione di Tremonti

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Giulio Tremonti

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Invece di guardare i contenuti innovativi del decreto sullo Sviluppo, tutta l'attenzione si è focalizzata sulla questione delle spiagge. Parlando al convegno organizzato a Bagnaia dall'Osservatorio Giovani-Editori, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti prende di petto quanti, soprattutto dell'opposizione, non hanno colto la portata delle misure introdotte soprattutto a vantaggio del Sud ma si sono limitati a fare della polemica sull'allungamento del diritto di superficie sulle spiagge a 90 anni poi ridotta a 20. «È pittoresca - dice - tutta l'attenzione che è stata data alle spiagge, di cui, posso dirlo adesso, non me ne frega un tubo». Ben altri sono i punti qualificanti del decreto, a partire dai distretti turistici, «che sono fondamentali per il Paese». Ma mentre «il decreto sviluppo si espandeva dal Mezzogiorno alle opere pubbliche, dalla ricerca scientifica alla semplificazione, ai distretti-alberghieri - rileva il ministro - l'attenzione si è curiosamente e freneticamente concentrata solo sulle spiagge». Così sono stati ignorati «altri aspetti innovativi come il credito d'imposta per la ricerca e per chi assume nel Sud». E del resto, avverte, «non esiste uno sviluppo che viene creato in un giorno per decreto da un uomo, da un soggetto, in modo istantaneo». Tremonti si è soffermato su alcune delle criticità dell'economia italiana. Il problema dell'Italia «resta la grande questione meridionale», la crescita a due velocità di un Paese che continua ad essere «duale» e questo frena lo sviluppo. Tremonti punta il dito contro lo spreco dei fondi europei: «quest'anno stiamo rischiando di perdere sei miliardi». E ribadisce che «il Nord è la regione più ricca d'Europa, mentre il Sud è una realtà che arretra e non avanza». E poi c'è il nodo dell'illegalità, evidenziato di recente anche dalla Banca d'Italia; un'attività di riciclaggio che da noi pesa per il 10% del Pil contro il 5% della media mondiale. «Abbiamo ancora una quota di economia illegale molto forte», riconosce il ministro rivendicando però che «stiamo cercando di ridurre l'evasione fiscale». Il ministro spiega che «i fattori della crisi sono ancora tutti in essere», finanza derivata e ricorso smodato all'indebitamento. «La medicina debiti pubblici adesso è finita», avverte il ministro, che saluta con ironia (Welcome, Germania) il sorpasso di Berlino nei confronti di Roma come terzo Paese più indebitato al mondo. Tremonti è stato preso d'assalto dagli studenti che gli hanno chiesto autografi e fotografie come si fa con le celebrità. E c'è chi è rimasto con l'amaro in bocca per l'impossibilità di rivolgergli domande come invece era stato possibile fare con il ministro Frattini e manager del calibro di John Elkann e Jeff Bewkes (numero uno di Time Warner). Tanto che il ministro, incalzato da uno studente sardo, fa per tornare sul palco: ma l'organizzazione lo blocca, spiacenti il convegno è ormai concluso.

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