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Ferrari in Borsa è un'opzione

L'ad di Fiat Sergio Marchionne

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Gira che ti rigira la quotazione in Borsa della Ferrari suscita curiosità. E le risposte lasciano sempre una porta semichiusa sull'arrivo del Cavallino a Piazza Affari. La quotazione di Ferrari «è un'opzione. Non c'è nessuna garanzia che ciò possa realmente accadere, ma continua ad essere un'opzione cui potremmo ricorrere» ha ribadito ieri l'ad Fiat Sergio Marchionne. Insomma per ora no ma se servisse nulla resterebbe escluso. «La Fiat nella sua posizione attuale non ha bisogno della liquidità di una quotazione di Ferrari sul mercato», ha meglio precisato Marchionne presentando ieri i conti del primo trimestre chiusi con utili in crescita grazie soprattutto al contributo di Ferrari e Maserati, ma anche della componentistica. L'ad ha poi poi sbottato contro la Fiom: «Una delle cose che non posso fare è controllare una sfilza di querele per i prossimi vent'anni. Ho intenzione di far lavorare la gente, di creare posti di lavoro e sicurezza. Noi vogliamo produrre auto». Resta serio per l'ad il rischio che, proprio a causa delle azioni legali Fiom, la Maserati prevista all'ex Bertone si produca all'estero, mentre a Pomigliano non ci sono ritardi per la Panda che sarà sul mercato, come previsto, all'inizio del 2012. Quanto ai contri Fiat, nonostante l'andamento negativo delle vendite auto, chiude la prima trimestrale da quando è stata realizzata la divisione dell'Auto dalle attività industriali di Cnh e Iveco, con ricavi in crescita del 7,1% a 9,2 miliardi di euro, utile della gestione ordinaria a 251 milioni di euro (+9%), utile netto a 37 milioni dai 13 del primo trimestre 2010. Ferrari ha realizzato ricavi per 491 milioni, in aumento del 18,6%, Maserati per 135 milioni (+ 6,3%). Magneti Marelli migliora del 16,7% a 1,5 miliardi di euro e Fiat Powertrain, a parità di perimetro, è in crescita del 17,1% a 1,2 miliardi di euro. Confermati gli obiettivi già indicati per il 2011: ricavi per 37 miliardi, utile netto di 0,3 miliardi, indebitamento industriale tra 1,5 e 1,8 miliardi, investimenti tra 4 e 4,5 miliardi di euro. Nei target sono inclusi gli effetti del terremoto Giappone che provocheranno in Europa nel 2011 una perdita dei volumi tra le 50 e le 100.000 unità. I conti fanno volare a Piazza Affari il titolo del Lingotto che chiude, dopo scambi intensi, con un balzo del 4,61%. Il business con Chrysler sta procedendo e l'obiettivo di Marchionne resta quello di arrivare al 51% della casa di Detroit, anche se prima bisogna rifinanziare il debito ai governi americano e canadese.

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