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Ultimatum: all'ex Bertone il contratto Mirafiori

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LaFiat lo ribadisce con chiarezza ai sindacati, nell'incontro da loro chiesto all'Unione Industriale di Torino. Dopo quello dell'amministratore delegato, Sergio Marchionne, è un nuovo ultimatum. «Continuiamo ad andare avanti in maniera molto chiara come abbiamo fatto sempre», commenta il presidente del Lingotto, John Elkann, il quale auspica «che prevalga il senso di responsabilità». La Fiat ha poi detto ai sindacati che, se entro i prossimi giorni il ministero del Lavoro non firmerà l'autorizzazione per il secondo anno di cassa integrazione straordinaria, non pagherà più gli anticipi che da novembre scorso hanno causato un'esposizione di alcuni milioni di euro. La Fiom ha subito alzato le barricate. «Nell'azienda prevale l'estremismo», ha affermato Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom nazionale, mentre Fim e Uilm hanno chiesto alla Rsu di indire subito il referendum. Per decidere su questo già oggi pomeriggio si riuniranno i delegati di fabbrica. Fim, Uilm e Fismic avrebbero voluto dalla Fiat un testo da sottoporre al giudizio dei lavoratori, ma per l'azienda il negoziato è chiuso al 22 marzo. «Per adeguare alle necessità il livello di competitività dei due stabilimenti di Mirafiori e dell'ex Bertone - spiega - si richiede l'applicazione in entrambi delle stesse modalità organizzative, produttive e gestionali». Con un invito: bisogna «accertare in modo inequivocabile l'esistenza o l'assenza delle condizioni indispensabili per dare avvio all'investimento. Bisogna decidere dove farlo e il tempo stringe». Un altro accordo è stato firmato a Torino senza la Fiom sul monte-ore dei permessi sindacali negli stabilimenti auto.

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