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Bper verso l'assemblea telematica

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La Banca Popolare dell'Emilia Romagna prima in Italia ad usare questa modalità

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.Fare da apripista per la prima assemblea che prevede l'impiego di mezzi di collegamento a distanza ci fa onore. Ma la tensione è inevitabile». Spiega così a Il Tempo lo stato d'animo con il quale Fabrizio Viola, l'ad della Banca Popolare dell'Emilia Romagna (Bper) affronta un momento di grande importanza per l'istituto di credito. Il 16 aprile a Modena ci sarà, infatti, il primo esperimento in Italia di assemblea a distanza, come previsto dalle nuove norme statutarie della banca. Tensione sì. Ma essere i primi dà anche prestigio. «Certo. Saremo la prima banca a utilizzare nuove tecnologie ed una modalità di votazione mai provata prima per un'assemblea dei soci. È un compito importante perché avremo addosso gli occhi di tutte le società che utilizzeranno successivamente questo modello» In cosa consiste esattamente l'assemblea telematica? «I lavori si svolgeranno a Modena, ma vi potranno anche partecipare altri soci dai siti assembleari collegati da Ravenna, Avellino e Lamezia Terme. In tutto saranno interessati circa 97 mila azionisti della banca. Ci attendiamo la partecipazione di diverse migliaia di soci per un importante dimensione di voti espressi, questo grazie anche al meccanismo della delega». Un altro aspetto nel quale avete sperimentato per primi elementi di innovazione? «Siamo stati la prima Popolare ad avvalersi del raddoppio delle deleghe di voto: da due a quattro per azionista. E questo credo debba essere letto nella direzione della apertura della governance, per rendere il sistema più aperto e disponibile». Il mercato chiede alle Popolari il superamento del voto capitario: una testa, un voto indipendentemente dalla quota di azioni possedute. Come commenta? «Il voto capitario è un valore imprescindibile della storia e dell'essenza delle Banche Popolari. Non possiamo metterlo in discussione. Ciò su cui siamo disponibili a ragionare è consentire l'aumento della soglia di possesso delle quote per azionista. Oggi il limite consentito è lo 0,5%. Può essere rivisto al rialzo fino al 2 o al 2,5%. Non di più». Ma perché questa risicatezza? «Oltre queste soglie si potrebbe introdurre un'influenza sulla governance non codificata, che non sarebbe positiva soprattutto per le banche popolari quotate in Borsa». Parliamo del gruppo Bper. Come lo descrive? «L'asse portante sono le nostre banche locali. La nostra forza è l'essere un grande gruppo nazionale formato da un aggregato di banche con connotazione regionale e forte radicamento nel territorio, con la capacità di rendersi punto di riferimento per le piccole e medie imprese e le famiglie. La vicinanza ai clienti ci consente di adempiere alla nostra prima missione: dare risposte motivate a chi chiede i nostri servizi, nella maniera più semplice e veloce possibile». Può illustrarci qualche dato del bilancio chiuso a dicembre scorso? «L'utile netto complessivo è stato di 327,4 milioni di euro. In aumento rispetto al 2009 chiuso con profitti per 169,5 milioni di euro. Il forte incremento è stato ottenuto grazie anche ai proventi straordinari derivanti dalla cessione della quota di controllo di Arca Vita ed Arca Assicurazioni. Ma anche al netto di questi incassi, pari a 136 milioni di euro, il risultato netto segna comunque un aumento del 12,9%. Questo ha consentito di erogare una cedola più pesante ai nostri soci: 18 centesimi contro i 15 dello scorso anno». Vi state preparando alle nuove regole di Basilea 3 che richiedono più patrimonio? «La nostra situazione patrimoniale, anche in relazione al modello di business improntato all'attività tradizionale, è senz'altro tranquillizzante. Nel corso del 2010 abbiamo lavorato per creare le condizioni di un rafforzamento patrimoniale, emettendo un prestito obbligazionario convertibile, con la possibilità per la banca di esercitarne la conversione già dal settembre 2011. Stiamo inoltre attuando ulteriori iniziative che ci dovrebbero consentire di anticipare il raggiungimento dei requisiti di Basilea 3 rispetto ai termini richiesti: questo senza strappi, ma in maniera graduale». Cosa ha in cantiere per il futuro della Bper? «Credo che ci concentreremo su di un modello di crescita organica nei territori ove siamo meno presenti, con particolare riguardo al Nord Italia. Continueremo inoltre a lavorare per migliorare ancora l'efficienza e la produttività del Gruppo, proseguendo il lavoro avviato con profitto negli ultimi due anni». Ha dimenticato il Lazio? «Due cifre ben rappresentano il nostro impegno. In regione abbiamo già 75 sportelli, dei quali 58 a Roma. E la prospettiva è di rafforzarsi ancora».

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