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I soci di Mediobanca ritrovano l'armonia

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Mediobancaritrova il suo basso profilo. E ieri alla fine del primo consiglio di amministrazione di Piazzetta Cuccia dopo gli scontri nelle Generali, le dichiarazioni sono state unanimemente ispirate alla pace. A dispetto delle attese non c'è stata nessuna resa dei conti tra il management e quei consiglieri che, secondo indiscrezioni, non avevano gradito il blitz che ha costretto Cesare Geronzi alle dimissioni dalla presidenza di Generali. Prima dell'avvio dei lavori del board l'ad Nagel, ha offerto ai consiglieri la possibilità di chiedere chiarimenti sugli avvenimenti che hanno coinvolto il Leone la scorsa settimana. Nella sala del consiglio erano presenti la figlia del premier Marina, il socio storico Doris e il finanziere tunisino Ben Ammar, vale a dire i consiglieri di Mediobanca più vicini al presidente del consiglio. Nessuno, secondo quanto riferito da fonti vicine al consiglio, ha fatto domande e qui si sarebbe esaurito il capitolo Generali. Il clima è «molto lieto» ha detto Bollorè. Le ricostruzioni sull'affaire Geronzi sono «un political thriller che non esiste» secondo Ben Ammar. in piazzetta Cuccia «la politica non c'entra» e non esiste una «squadra di Berlusconi». Niente scossoni immediati dal caso Generali, dunque, ma non sarebbero ancora da escludere evoluzioni nell'azionariato di Mediobanca, che vedrà scadere il 31 dicembre il patto di sindacato con il termine per eventuali disdette fissato tre mesi prima. L'idea filtrata di un accordo più leggero, vicino al 30%, ha incassato una bocciatura da Bollorè che, anzi, intende restare nella banca fino al 2022.

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