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Cdp stringe i tempi su Parmalat

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Cassa Depositi e Prestiti al lavoro per costituire il fondo salva imprese italiane

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Ilministro dell'Economia Giulio Tremonti fa chiarezza una volta per tutte: «Nostalgico dellIri? Non scherziamo». Intanto la Cassa Depositi e Prestiti sta lavorando alla costituzione del Fondo strategico per salvare l'industria italiana. Il no ad un modello Iri è arrivato anche dal presidente di Confindustria Emma Marcegaglia per la quale l'obiettivo deve essere quello di «fare sistema, di rendere le imprese più forti e più competitive». Nel frattempo la francese Lactalis ha notificato anche alla Consob di possedere una quota del 28,969% in Parmalat. L'obiettivo per Tremonti è dunque quello di seguire il «modello di quello che fece - ha detto in un colloquio con Repubblica - la tedesca Kfw ai tempi del Piano Marshall», vale a dire l'Istituto di credito per la ricostruzione creato nel 1948 per gestire gli aiuti internazionali alla Germania distrutta dalla guerra. Quindi, promette Tremonti, «niente Stato padrone, e niente yogurt di Stato». Solo la replica delle leggi francesi, così «se bocciano le nostre dovranno bocciare anche le loro. E se è così, per le aziende finirà pari e patta». Su Parmalat in particolare, il ministro si è detto «fiducioso» sulla costituzione della cordata italiana. La Cassa Depositi e Prestiti intanto è al lavoro per la creazione del nuovo Fondo che, sulla falsariga del Fsi della «caisse» francese, avrà il compito di difendere le imprese italiane considerate strategiche. Prima della convocazione di un apposito cda che dovrà convocare un'assemblea straordinaria per modificare lo Statuto di Cdp, dovrebbe arrivare dal Tesoro l'indicazione sui settori strategici e sulle imprese che per dimensioni e fatturato dovranno rientrare in questa sorta di rete di protezione. «Non ho nostalgia dell'Iri», ha sottolineato Emma Marcegaglia ricordando «il lascito drammatico: imprese politicizzate, grandi perdite, manager che sussidiavano la politica, politici che nominavano i manager delle aziende». Per il numero uno di Confindustria occorre «fare una politica a medio termine di rafforzamento del nostro sistema imprenditoriale, non con logiche di protezione o di ritorno dello Stato nell'economia ma con logiche che patrimonializzano le aziende e le rafforzino». Le nuove norme anti-Opa per preservare l'italianità di aziende come Parmalat sono «una reazione comprensibile» del governo ma non devono portare a una guerra fra Italia e Francia. È l'opinione di Federico Ghizzoni, ad di Unicredit. «Se si guarda dalla prospettiva del libero mercato l'idea è che non dovrebbero esserci regole protezionistiche ma se si vede dal punto di vista della realtà dell'Europa tutti i governi - ha sottolineato - intervengono per definire i settori strategici».

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