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La concorrenza va fatta a carte scoperte

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Concorrenza.Autorevoli firme giustamente auspicano vigilanza europea su posizioni dominanti che alterano il mercato. Trasparenza. Nella fattispecie Lactalis è un'azienda padronale e come tale viene governata. Non è illecita la acquisizione di quote di capitale di un soggetto quotato in borsa. Quello che lascia perplessi è, che con il 29% si comanda. Lactalis possiede in Italia grandi marchi nel settore agroalimentare, insieme a molti debiti. Che ne vuole fare di Parmalat? Buio pesto. Italianità. Grandi professori dicono che non bisogna interferire con il mercato e aggiungono che i nostri migliori managers emigrano a causa del sistema Italia che non funziona. Ragioniamo con buon senso. La concorrenza è essenziale se non si vuole tornare a monopoli statali che inquinano il mercato incrementando debiti sovrani. La concorrenza va fatta a carte scoperte. Se Francia e Germania erigono muri a salvaguardia delle imprese, perché l'Italia deve stare a guardare senza difendersi? Sostenere l'italianità significa che nel settore agroalimentare i marchi non devono restare tali soltanto nel nome. I nostri prodotti hanno valore per sapori, qualità e sicurezza. Se si spinge un'azienda a quotarsi in borsa è necessario modificare la percezione del perché. La borsa non deve essere una sala corse dove si scommette, ma il mercato che attira il risparmio. Se tanti con piccole partecipazioni investono, avremo aziende con più capitale e più azionisti. Il seguito lo lascio al lettore.

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