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Il 45% di Ansaldo Energia ceduto agli americani Plusvalenza di 450 milioni

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Un'operazioneche vale complessivamente 1,233 miliardi di euro e che porterà nelle casse del gruppo italiano dell'aerospazio e difesa una plusvalenza netta di circa 450 milioni di euro. «Un ulteriore passo nel processo di crescita internazionale di Ansaldo Energia» che, ha spiegato il presidente e ad Pier Francesco Guarguaglini, potrà continuare con la quotazione in Borsa «nel breve periodo». L'accordo sottoscritto ieri, e approvato da un cda straordinario del gruppo di piazza Monte Grappa, prevede che Finmeccanica venderà Ansaldo Energia al prezzo di 1.073 milioni di euro a una società di diritto italiano, Ansaldo Electric Drives (Aed), partecipata al 45% dal al fondo Usa specializzato nel settore dell'energia e al 55% dalla stessa Finmeccanica. L'operazione sarà finanziata in parte con equity (per 500 milioni di euro, versati per 275 milioni di euro da Finmeccanica e 225 milioni di euro da First Reserve), e in parte con debito (per 573 milioni). Banca Imi, Bnp Paribas e Unicredit hanno fornito il supporto finanziario all'operazione, sottoscrivendo finanziamenti per complessivi 650 milioni di euro a 5 anni destinati all'operazione. Si prevede che l'operazione verrà completata entro la fine del primo semestre 2011, una volta soddisfatte le usuali condizioni sospensive e l'approvazione delle autorità antitrust. La partnership consente a Finmeccanica di realizzare una rilevante quota del valore creato da Ansaldo Energia, mantenendo al tempo stesso il controllo azionario e industriale e costituisce l'avvio di un ulteriore processo di crescita della società che potrà essere quotata sul mercato azionario quando ricorreranno le condizioni, ha precisato il Gruppo, confermando il management di Ansaldo Energia, guidato dall'Amministratore Delegato Giuseppe Zampini, «che ha conseguito risultati eccellenti». Gli studi legali Cleary Gottlieb Steen & Hamilton e Dewey & LeBoeuf hanno curato gli aspetti legali dell'operazione. Ieri in serata Guarguaglini, in un'audizione in commissione Bilancio della Camera, ha insistito sulla necessità che l'Italia investa di più «in ricerca e sviluppo e innovazione», snellisca gli iter burocratici ed «eviti investimenti a pioggia». «Noi continuiamo a investire in ricerca e sviluppo anche nei momenti di crisi», ha aggiunto Guarguaglini, osservando che in Italia «l'investimento in ricerca e sviluppo è insufficiente».

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