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I tassi d'interesse di qui alla fine dell'anno potrebbero crescere fino a 1,75%

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Lastima è del presidente uscente della Bundesbank e membro del board della Bce Axel Weber a pochi giorni dalla riunione della Banca Centrale che dovrebbe decidere proprio su un ritocco del costo del denaro, forse di un quarto di punto. Le parole di Weber contraddicono quindi le assicurazioni fatte dallo stesso presidente della Bce Trichet, di non procedere a successivi rialzi dei tassi. Un ritocco così consistente avrà un impatto dirompente sui mutui. Il trend già prima dell'esplosione della crisi libica era in crescendo. Secondo le rilevazioni della Banca d'Italia contenute nel supplemento «Moneta e banche», a gennaio i tassi sul credito al consumo sono saliti di quasi mezzo punto all'8,78% dall'8,33% di dicembre, e per i mutui dal 3,18% di fine 2010 al 3,36% di inizio 2011. Per i mutui è il livello più alto almeno dal dicembre 2009. Gli interessi sui conti correnti invece registrano una lieve limatura dallo 0,36 allo 0,35%. Sempre dal quadro delineato da Bankitalia emerge che la crisi economica sta erodendo i risparmi mentre aumenta la richiesta di credito. I prestiti a gennaio sono cresciuti del 5%, su base annua, mentre sono calati dell'1,7%, sempre su base annua, i depositi dell'intero settore privato, che include anche le famiglie. Per le imprese i tassi sui nuovi finanziamenti sono diminuiti di 10 punti base, al 2,69%. La discesa è guidata proprio dai tassi sui prestiti di importo superiore a 1 milione di euro (2,36% rispetto al 2,56% di dicembre), mentre rimangono pressochè stabili i tassi sui prestiti di importo inferiore a tale soglia (3,26% dal 3,24% del mese precedente). «Si allarga ancora di più la forbice tra tassi attivi e passivi che in Italia è già un record negativo rispetto agli altri Paesi Ue» commenta il Codacons. Per l'associazione dei consumatori l'aumento dei tassi che l Bce deciderà nella prossima riunione di aprile «metterà in difficoltà con il pagamento delle rate almeno 30.000 famiglie». Adusbef e Federconsumatori commentano che «se i prestiti oltre un milione di euro per le società non finanziare, riescono a ridursi dal 2,56% al 2,36%, mentre i mutui aumentano ancor prima della decisione della Bce, vuol dire che la manovra del sistema bancario è addossata totalmente sulle spalle delle famiglie».

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