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Il Pil torna a crescere

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Ipessimisti sul futuro industriale del Paese sono stati smentiti dai numeri. L'Italia nel 2010 ha ripreso a crescere. Non come un'economia emergente è chiaro. Ma comunque di più di quanto stimato nei documenti ufficiali di finanza pubblica. Così i dati definitivi sulla creazione di ricchezza, elaborati dall'Istat, confermano un segno positivo di fronte al prodotto interno lordo (+1,3%) dopo i cali del 2009 (-5,2%) e del 2008 (-1,3%). A riprova che i cordoni della borsa pubblica sono stati tenuti stretti in maniera rigorosa è il dato del deficit di bilancio: in netto miglioramento al 4,6% del Pil rispetto all'anno precedente (5,4%). Insomma meglio del previsto. Così dati Istat alla mano, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha sostenuto che «i buoni risultati» indicano che il Paese sta seguendo la «bussola giusta» e sottolineato che finalmente stanno arrivando i frutti dei «buoni principi di sempre». Ottenuti perché non si sono seguite «le mode passeggere, ma perseguito il bene comune», ha spiegato il titolare di via XX settembre, che ha concluso: «Con i piedi per terra, un passo dopo l'altro, gli italiani e l'Italia stanno andando nella giusta direzione». E le buone notizie, sul fronte dei conti pubblici, non si esauriscono qui. Il report dell'Istituto di statistica segnala anche un miglioramento del saldo primario, cioè l'indebitamento al netto della spesa per interessi, che è stato negativo e pari allo 0,1% (rispetto al -0,7% del 2009). Il debito invece, ottenuto attraverso l'elaborazione dei dati di Bankitalita, cresce al 119% rispetto al 116,1% dell'anno precedente. Segnali positivi arrivano anche dal fisco, con la pressione che scende al 42,6%, inferiore di cinque decimi di punto rispetto al 2009 (43,1%). Le entrate totali, pari al 46,6% del pil, sono aumentate dello 0,9%. In particolare si registra un aumento delle imposte indirette del 5,1%, ottenuto, in gran parte, grazie alla crescita del gettito dell'Iva (sulla quale hanno influito anche le disposizioni in materia di contrasto dei crediti Iva inesistenti utilizzati in compensazione). Sul fronte delle imposte dirette, invece, l'aumento dell'1,2% è stato sostenuto dalla crescita dell'Irpef. Positivi i commenti anche del ministro dello Sviluppo Economico che ha detto: «I dati diffusi dall'Istat dimostrano che la cura del governo Berlusconi sta funzionando e ha permesso al nostro Paese di ricaricare le pile». Resta invece ancora alta la disoccupazione soprattutto tra i giovani. Prosegue la crescita dei non occupati under 30, che raggiungono il 29,4% su base mensile: si tratta del record da gennaio del 2004, quando sono iniziate le serie storiche mensili. A dicembre 2010 il tasso di disoccupati giovanili si era attestato a 28,9%.

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