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Più utili per Eni. Cedola da un euro

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Paolo Scaroni, ad Eni

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L'utile di Eni ritorna a mettere le ali. Nel 2010 il gruppo del Cane a Sei Zampe ha messo in cassa, un risultato netto di 6,32 miliardi (+44,7%), di cui 0,55 miliardi nel quarto trimestre (+40,2%). Risultati che consentono alla società petrolifera italiana di mantenere le promesse in termini di cedola agli azionisti. Eni infatti distribuirà per il 2010 un dividendo di un 1 euro per azione, di cui 0,50 centesimi già stati distribuiti come acconto. E le premesse per la prosecuzione della tendenza a rendere felici gli azionisti, primo tra tutti il Tesoro, sono arrivate dall'ad Paolo Scaroni: «Eni continuerà a generare risultati al top dell'industria e a creare valore per gli azionisti». «Nel 2010 -ha sottolineato il top manager - Eni ha conseguito risultati operativi e finanziari tra i migliori del suo peer group. In Exploration & Production, dove abbiamo registrato una produzione record, abbiamo posto le basi per la nostra futura crescita grazie all'ingresso in nuovi Paesi: Togo, Repubblica Democratica del Congo, Polonia. Abbiamo anche rafforzato la posizione in aree di nostra tradizionale presenza, quali Venezuela e Iraq, dove vediamo prospettive di alto potenziale produttivo.  Eni, - ha assicurato - grazie al suo eccellente posizionamento strategico, continuerà a generare risultati al top dell'industria e a creare valore per gli azionisti» Per l'anno in corso, ha spiegato però la società, «l'outlook si presenta ancora caratterizzato da incertezza e volatilità, sebbene in un quadro di progressivo rafforzamento dell'attività economica globale»: le stime di Eni parlano di un prezzo medio del barile di Brent a 70 dollari, con una crescita della produzione dell'1,1%, mentre quelle di gas dovrebbero rimanere «almeno pari al livello del 2010», anche a causa di un mercato europeo del metano «dove la contenuta domanda non è in grado di assorbire l'eccesso di offerta esistente». Sempre ieri Eni ha formalizzato la cessione di una quota del giacimento libico Elephant al colosso russo Gazprom, che così debutta nel paese di Gheddafi. Lo ha confermato Scaroni, al termine del bilaterale Italia-Russia a Villa Madama. Il Gruppo ha inoltre siglato un'intesa per la cessione a Gazprom o il trasporto sulla sue rete del gas prodotto in Siberia dalla joint venture con Enel, Severenergia Intanto Bruxelles ieri ha lanciato l'ultimatum all'Italia sulla golden share: il governo ha due mesi di tempo per cambiare la legge sulle privatizzazioni. Pena un nuovo rinvio alla Corte che potrebbe costringere il nostro Paese a pagare una supermulta. Nel mirino della Commissione Ue ci sono i poteri speciali che lo Stato conserva nelle aziende privatizzate in cui è ancora presente con una quota di partecipazione: come è il caso dell'Eni, Enel e Finmeccanica.

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