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Camilla Conti Terremoto al Sole.

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Alreferendum (rigorosamente a scrutinio segreto) hanno votato 244 giornalisti su 268 aventi diritto e il risultato del voto sulla conferma della fiducia ha visto prevalere i no (171) pari al 70% circa dei votanti. Ci sono stati 67 “si” e 6 schede bianche. Ben altri numeri rispetto al voto del 30 aprile 2009, quando il direttore si insediò alla guida del quotidiano. Allora ottenne la fiducia dall'81,5% dei redattori, mentre i contrari furono pari all'11,5 per cento. Un segnale forte all'editore, ovvero a Confindustria, che qualche settimana fa aveva confermato pieno sostegno al vertice: la palla ora passa alla Marcegaglia, fanno sapere dal fronte del “si”. La frattura si è accentuata da martedì 1 febbraio, dopo che l'azienda aveva comunicato l'intenzione di tagliare 70 giornalisti nell'area dei quotidiani e dei periodici. Dopo la notizia l'assemblea del quotidiano economico ha deciso uno sciopero immediato, affidando al Cdr (il sindacato interno) un pacchetto di altre cinque giornate di sciopero contro la proposta dell'azienda. In un incontro con la redazione avvenuto giovedì, Riotta aveva cercato di smussare i toni, spiegando che il Cdr aveva frainteso sull'ipotesi di tagli e lanciando appelli accorati: «Aiutatemi ad aiutarvi»; «Ho commesso molti errori, ma uno posso dirvi di no: non vi ho mai raccontato che torneremo all'età del latte e del miele del passato. Indietro non si torna»; «D'ora in avanti se qualcuno qui dentro vi censura, telefonatemi: interverrò io»; «Con me dalla vostra parte l'azienda tornerà a incontrarvi e apriremo insieme i cantieri sul piano industriale, senza di me sarete soli»; «Vi prometto di ascoltarvi di più»; «Il garage dell'innovazione è sempre stato aperto ai vostri contributi»; «Il CdR non ha capito, non esistono 70 esuberi, avete la mia parola che sinché sarò qui non ci saranno tagli al personale»; «Anche i caporedattori e la direzione stanno meditando sulla necessità di fare dei sacrifici economici»; «Ho convinto l'azienda a tornare ad aprire subito un tavolo con i vostri rappresentanti sindacali»; «Avrei dovuto ascoltarvi di più». Sul social network, Twitter, dove il direttore del Sole “cinguetta” spesso, l'ultimo messaggio apparso ieri pomeriggio non era riferito al futuro del quotidiano ma a quello dell'Inter: «È Nagatomo-mania, diventerò il numero uno». Proprio mentre la redazione votava per la sua retrocessione.

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