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Rivolta del pane, Algeri a ferro e fuoco

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Poliziottiin assetto antisommossa, con gas lacrimogeni e manganelli, si sono schierati nei luoghi più sensibili della capitale, soprattutto nei pressi delle moschee. Nel popolare quartiere Belcourt, la protesta e gli scontri sono riesplosi dopo la preghiera del venerdì in moschea. Giovani manifestanti hanno preso di mira gli agenti con il lancio di sassi e hanno bloccato l'accesso ad alcune vie. Secondo l'agenzia ufficiale Aps, i manifestanti nella notte scorsa hanno saccheggiato edifici governativi, banche e uffici postali «in diverse città», tra cui Constantine, Setif e Bouira. «A Ras El Oued le violenze sono nuovamente esplose - scrive sempre l'Aps - Sono stati gravemente danneggiati alcuni edifici pubblici, tra cui la sede di Sonelgaz (l'azienda statale del gas, ndr), del consiglio comunale, dell'autorità per le tasse e di diverse scuole». Le proteste sono esplose all'inizio della settimana dopo che, negli ultimi mesi, il costo di beni come farina e olio è raddoppiato raggiungendo livelli record. Un kg di zucchero, che solo pochi mesi fa costava 70 dinari (circa 25 centesimi di euro), oggi costa 150 dinari. A scatenare la rabbia anche il problema della discoccupazione che, se in base alle statistiche ufficiali si attesta al 10%, secondo organismi indipendenti sfiora il 25%.

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