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Dalla cig alla disoccupazione in 400mila

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Lastima è del segretario generale aggiunto della Cisl, Giorgio Santini. Per la maggior parte sono lavoratori delle aziende entrate in crisi nel 2008 con lo scoppio della recessione. Sono le imprese, dunque, dove la crisi è ormai strutturale e in molti casi senza più uno sbocco con produzioni obsolete o con condizioni finanziarie largamente compromesse. La recessione ha indebolito il nostro tessuto produttivo che dal primo trimestre 2008 al terzo del 2010, secondo i dati della Confindustria, ha lasciato sul campo 540 mila posti di lavoro. Ma anche l'anno appena cominciato - dice Santini - si profila come «difficile». I 400mila a rischio sono solo la punta dell'iceberg, anche se da soli bastano a far crescere del 20% l'esercito dei disoccupati. A preoccupare maggiormente sono i settori delle costruzioni, della chimica, il metalmeccanico, gli elettrodomestici, il tessile e l'abbigliamento. Il settore delle costruzioni, che tradizionalmente svolge un ruolo anticiclico ha perso invece 250 mila posti ed altri 40 mila sono a rischio nei prossimi mesi.

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