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L'auto lascia Confindustria

Emma Marcegaglia e Sergio Marchionne

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Il piano di rilancio di Mirafiori passa attraverso la creazione di una newco, nata dalla joint venture con Chrysler, che non farà parte della Confindustria. Essendo una nuova azienda sarà regolata da un contratto aziendale con contenuti di flessibilità e garanzie contro l'assenteismo. Quindi Confindustria e i sindacati apriranno una trattativa per la definizione di un nuovo contratto solo per l'auto. Una federazione dell'industria automobilistica, una Federauto, potrebbe essere la soluzione, almeno temporanea, per i rapporti tra il Lingotto e Confindustria. È questo il percorso che l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne e il presidente della Confindustria Emma Marcegaglia hanno individuato per il futuro dello stabilimento di Mirafiori. I due si sono incontrati a New York per il consiglio per le relazioni Italia-Usa. Il numero uno della Fiat è stato chiaro: «Non si possono fermare gli investimenti, la macchina deve essere pronta per il 2012». Questo vuol dire che la newco comincerà ad operare subito; nel frattempo, come ha spiegato la Marcegaglia, Confindustria avvierà una trattativa per definire un contratto auto «in linea con le esigenze di Fiat». Appena sarà pronto, la joint venture Fiat-Chrysler rientrerà in Confindustria. Sui tempi del nuovo contratto la Marcegaglia è ottimista e ha detto che potrebbe essere pronto in primavera. Questo non significa, ha sottolineato il presidente della Confindustria, che venga distrutto il contratto nazionale. È un percorso, precisa la Marcegaglia, che si può fare anche per altri settori. Quanto al rapporto con i sindacati, Marchionne è stato ugualmente chiaro: «Senza un accordo l'investimento non si fa ma faremmo una figuraccia. Ci sono tantissimi siti produttivi, la Fiat è un grande gruppo con 240 mila dipendenti di cui meno di un terzo in Italia. C'è sempre un piano B». L'ad del Lingotto ha replicato anche agli attacchi della Fiom. «Fanno dichiarazioni all'impazzata. La loro intransigenza blocca lo sviluppo del Paese». E poi: «L'accusa di ledere i diritti dei lavoratori è infondata, voglio flessibilità. C'è un investimento importante, non stiamo facendo richieste folli. E comunque la proposta per Mirafiori è più generosa di quella per Detroit». In merito alla raccolta di firme promossa dalla Fiom e secondo cui 2.500 operai di Mirafiori, circa la metà del totale, sono contrari al piano, Marchionne ha detto che «se quelle cifre sono vere vuol dire che non vogliono l'investimento. Ma in questo caso i lavoratori lo dicano chiaramente, io non costringo nessuno». La produzione di berlina e suv dei marchi Alfa Romeo e Jeep a Mirafiori dovrebbe iniziare secondo il piano nel secondo-terzo trimestre del 2012. I modelli non saranno venduti solo nell'Unione Europea. Più della metà è destinata a raggiungere i mercati di tutto il mondo, al di fuori dell'Europa, specialmente l'America. Intanto si apre anche il fronte di Termini Imerese. Il ministro allo Sviluppo Economico, Paolo Romani, ha convocato per martedì 21 il tavolo di confronto sulla riconversione industriale del sito.

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