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"Chiudiamo in fretta su Mirafiori"

Sergio Marchionne

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«L'obiettivo è quello di fare una proposta per Mirafiori che spero si concluderà prima di Natale perchè ovviamente non possiamo più aspettare. Siamo arrivati agli sgoccioli: continuo a dire a tutti quanti che il tempo corre e che noi dobbiamo investire per andare avanti». Lo ha detto l'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne al Salone dell'auto di Los Angeles, dove ha anche pecisato che «il gruppo Fiat non ha un problema italiano. Sono uno dalla pelle tosta: urlando non si risolve nulla. Sono italiano sì, ma fesso no». «Se riusciamo a trovare le condizioni per farlo e garantirci la governabilità degli stabilimenti in Italia lo facciamo. Se non ci vogliono ce lo dicano, non è una minaccia ma sfortunatamente dobbiamo produrre. La 500 che vedete qui non ha avuto un minimo di intoppo a livello sindacale: è stata lanciata nei tempi previsti e con gli stessi costi. Questo tipo di affidabilità deve iniziare a scaturire anche in Italia. La Fiat è impegnata a portare avanti il discorso vediamo dove ci porta». Ma il Salone americano ha fornito anche l'occasione per il numero uno del Lingotto per ribadire che l'Alfa non si vende. L'amministratore delegato precisa di non aver mai parlato della fusione con Chrysler, nè della cessione dell'Alfa Romeo ma ciò non significa che queste strade non siano percorribili. In particolare l'Alfa, l'unico marchio che continua a tirare in un mercato con valori tutti negativi, la posizione al momento è quella di non vendere ma Marchionne dice chiaramente che anche in questo caso la decisione è suscettibile di cambiamenti. «Se si presentassero con un assegno di 20 miliardi allora mi siederei al tavolo» dice l'amministratore delegato. Poi fornisce anche la chiave di lettura delle dichiarazioni di Morgan Stanley all'incontro con gli analisti di venerdì scorso dal quale era rimbalzata la notizia che Fiat stava studiando l'ipotesi di vendere una quota della Ferrari. «Morgan Stanley fa il suo lavoro che è quello di analizzare le alternative e cercano di forzarle» ha affermato ieri Marchionne. È confermato invece il ritorno in Borsa della Chrysler presumibilmente nel secondo semestre del 2011. Marchionne ha parlato anche della possibile crisi di governo. «Non è un bel modo per gestire il paese. La mancanza di chiarezza è quello che innervosisce il mondo intero. Le persone serie queste cose non le fanno». Ha ribadito che il mondo delle imprese «ha bisogno di stabilità per fare le cose. L'incertezza non aiuta nè a livello di clientela nè a livello di gestione industriale del paese».

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