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Regole anticrac. Tocca ai governi

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Hannomesso a ferro e fuoco i sistemi finanziari del mondo. Poi le economie reali. D'ora in poi, se i governi avranno ancora la forza di farlo, i banchieri speculatori del pianeta dovranno rientrare nei ranghi. O quantomeno guadagnare meno con operazioni in grado di far rischiare la stabilità di interi paesi. Le regole messe a punto dal Financial Stability Forum a capo del quale siede il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, saranno accettate formalmente oggi dal tavolo del G20 di Seul (le venti economie più ricche del pianeta). Un impegno ufficiale dei venti premier, che andrà poi tradotto nelle legislazione nazionali, e che potrebbe rappresentare l'unico vero punto di intesa trovato dai leader mondiali insieme a quello sulla riforma del Fondo Monetario Europeo. . Il ragionamento del governatore di Bankitalia è chiaro: tutti gli indicatori sulla crescita economica sono ancora fragili e disomogenei e il rischio di nuove tensioni finanziarie resta elevato. Il pericolo di una recrudescenza della crisi, insomma, è ancora dietro l'angolo. Di qui l'appello - già contenuto in una lettera inviata ai leader del G20 - a una «piena e coerente attuazione a livello internazionale» delle riforme finanziarie decise, senza più esitazioni. Solo così - afferma Draghi - queste riforme potranno avere «l'impatto desiderato sulla stabilità globale». Tra queste riforme c'è proprio la ricetta volta soprattutto a evitare che in futuro si verifichino nuovi casi Lehman Brothers, con banche troppo grandi per fallire senza gravi ripercussioni sull'intero sistema finanziario internazionale. Un piano d'azione che prevede anche un freno alle agenzie di rating e una stretta sui prodotti finanziari più rischiosi, come i derivati. Draghi ha insistito sulla necessità di ridurre al minimo i rischi legati alle banche a rischio sistemico, le cosiddette «too big to fail» e perciò raccomanda di aumentare la capacità di questi gruppi di assorbire le forti perdite, innalzando i requisiti di capitale minimo, ma prevedendo anche forme di fallimento controllate.

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