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Stato a dieta 300 mila in meno nei ministeri

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Lacura dimagrante imposta ai ministeri e alla pubblica amministrazione in generale comincia a funzionare. Tra il 2008 e il 2013 mancheranno dall'organigramma otre trecentomila dipendenti del pubblico impiego. Non si tratterà di un licenziamento di massa ma della semplice applicazione di una regola: il blocco del turnover. Che significa banalmente che per ogni persona uscita dallo Stato non ne sarà assunta una in sostituzione. A rendere evidenti i risultati in parte ottenuti e quelli da contabilizzare è stato il ministro Renato Brunetta che ha sottolineato con queste stime i risultati del percorso avviato per rendere gli uffici pubblici più efficienti. «Meno costi ma nessuna diminuzione del benessere», anzi, il punto di partenza consentiva «ampi margini per ridurre i costi migliorando servizi e benessere dei cittadini», dice il ministro che dal leader della Cgil, ovviamente contrario ai tagli, ha ricevuto il migliore complimento: «Non scimmiottiamo Cameron per cortesia». Un riferimento al premier inglese che non dispiace al ministro: il taglio di forza lavoro stimato in Italia in 5 anni è pari all'8,4% del pubblico impiego, meglio di quanto annunciato dal governo inglese (8,4% dei 6 milioni di dipendenti) ha rilevato Brunetta. Nessuna operazione straordinaria comunque. Il numero dei dipendenti pubblici prossimi alla pensione è elevato e nei prossimi anni saranno molti a raggiungere i requisiti per uscire dal lavoro. All'operazione indolore non crede però il leader del Pd, Pier Luigi Bersani: «La riduzione del turn over va fatta a fronte di un'operazione per renderla efficiente. Se mandiamo a casa alla carlona l'effetto può essere peggiore». Brunetta va avanti. E difende questo «shock culturale, partito già prima della riforma, dalla lotta contro i fannulloni». Lo fa chiedendo sostegno: «A cuore aperto, vi dico: se vengo lasciato solo non ce la faccio». È una riforma che ha troppi nemici «è troppo difficile, troppo complicata, richiede alleanze». Non è facile portarla avanti in un «clima assolutamente contrario, tra resistenze spaventose». Una stoccata alla Cgil, «che si è messa ferocemente in una posizione di contrasto, in una maniera anche ridicola», ed una alle «stupidaggini» lette sui giornali. Il prossimo passo è sul fronte delle auto blu. «Tra qualche giorno» sarà varato il provvedimento per tagliare della metà costi per 4 miliardi «Non sarà un disegno di legge ma un decreto legge». Di fronte ad un «costo spaventoso», dice il ministro, «se lo compriamo sul mercato lo dimezzeremo i costi. È quello che faremo con il decreto nei prossimi giorni».

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