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Occorre una politica forte sui fondi Ue all'agricoltura

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Sperimentalmentesi fa risalire agli anni '80. Nel '90 le provvidenze passarono dagli stati nazionali all'Europa. Nel 2003 ci fu la riforma, attualmente in vigore. Gli aiuti comunitari vengono generalmente concessi allo agricoltore sulla superficie posseduta con riferimento alla produzione pregressa. L'Europa si è allargata a 27 Paesi e la PAC scadrà nel 2013. Il 17 novembre il commissario europeo alla agricoltura sottoporrà la prima ipotesi sul come gestire gli aiuti che ammontano a 50 miliardi di euro. Quali modalità per distribuire i soldi versati dagli stati membri con l'Italia che riceve di meno di quanto versa? L'Italia dovrà affrontare il problema con approccio forte da parte di tutto il governo e dei deputati europei. Non per difesa corporativa ma per gli interessi italiani. Una PAC varata che ci danneggerà non farà soffrire soltanto il mondo agricolo ma tutta la economia. L'agricoltura è già fortemente penalizzata dalla crisi, da una burocrazia asfissiante, dalla filiera lunga, dalla polverizzazione di microaziende, dalla scarsa attenzione creditizia. Una agricoltura non tutelata andrà definitivamente al collasso. Le istituzioni dovranno prendere coscienza che tale evento avrà ripercussioni drammatiche, sulla occupazione, sul territorio, sul turismo e quant'altro. Governo, Regioni, Provincie, Comuni e Confederazioni «preoccupiamoci del problema agricolo». Seriamente.

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