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Tassare le banche e le attività finanziarie per aiutare i bilanci statali

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Bruxelles,infatti, non solo sta lavorando a un prelievo per creare un fondo anticrac, ma lancia anche l'idea di una tassa sulle attività finanziarie, settore bancario compreso, per aumentare le entrate degli Stati della Ue e aiutarli a uscire definitivamente dalla crisi. Nel primo caso è attesa a breve una proposta del commissario Ue ai servizi finanziari, Michel Barnier; nel secondo è arrivata ieri la comunicazione del commissario Ue al fisco, Algirdas Semeta, in cui si insiste sull'ipotesi di una tassa sulle transazioni finanziarie a livello globale. In pratica, nel documento adottato ieri dall'esecutivo europeo - atteso al tavolo di Ecofin e Consiglio Ue ad ottobre e a quello del G20 a novembre - si suggerisce agli Stati membri di prendere due direzioni: a livello internazionale sostenere l'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie per affrontare sfide come la lotta ai cambiamenti climatici o lo sviluppo dei Paesi più poveri; a livello europeo una tassa sugli utili e sui compensi delle società del settore finanziario, banche comprese, che - si spiega - «se attentamente formulata e apllicata, potrebbe generare importanti introiti e contribuire anche ad assicurare una maggiore stabilità dei mercati finanziari». Dai calcoli degli esperti della Commissione Ue, con un'aliquota del 5% su tutti gli utili prodotti nel settore finanziario dei 27 Paesi della Ue si potrebbe arrivare a un gettito di 25 miliardi di euro. Si tratta di una tassa che si andrebbe quindi ad aggiungere al prelievo per il Fondo di risoluzione delle crisi nel settore bancario.

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