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Debito pubblico record. Il fisco tiene

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FrancescoAlfani Il debito pubblico italiano a luglio è tornato a crescere. Gli economisti della Banca d'Italia hanno rilevato un aumento della massa di denaro che il Tesoro deve a vario titolo ai suoi debitori. E hanno aperto un confronto con il ministero dell'Economia: per Palazzo Koch le entrate tributarie nel 2010 sono diminuite del 3,4%, mentre per via XX Settembre il gettito fiscale è rimasto in linea con l'anno precedente. La prima notizia è arrivata con la pubblicazione del bollettino statistico sulla finanza pubblica di via Nazionale. L'accumulo di passività ha raggiunto a luglio i 1.838,296 miliardi di euro, contro i 1.821 miliardi di giugno. Un record negativo al quale si è aggiunto il raffreddamento delle entrate del Tesoro. Secondo Bankitalia nei primi sei mesi dell'anno il totale delle somme riscosse dal Fisco si è fermato a 210,374 miliardi di euro, in calo del 3,4% rispetto allo stesso periodo del 2009. I numeri, che mettono in discussione l'efficacia delle manovre di risanamento finanziario promosse da Giulio Tremonti, hanno suscitato una reazione immediata. Via XX Settembre ha precisato che i dati relativi alle entrate fiscali nei primi sette mesi dell'anno, sono perfettamente in linea con le previsioni dei tecnici del ministero. A sostegno della sua posizione il dipartimento delle Finanze ha comunicato le cifre elaborate dai suoi uffici, che parlano di un incremento delle entrate dello 0,1%, pari a 271 milioni di euro. I calcoli del ministero, pur tenendo conto della effettiva riduzione del gettito fiscale (pari a circa 7 miliardi di euro, ovvero il 3,1% in meno rispetto al 2009), hanno sottolineato come il calo sia stato più che compensato dall'aumento di altre voci. Nei primi sette mesi dell'anno cresciuti gli incassi dei ruoli, ovvero delle imposte evase negli anni passati e recuperate dal Fisco. Tra gennaio e luglio l'agenzia delle Entrate è riuscita ad incassare 266 milioni di euro, il 10,2% in più rispetto allo stesso periodo del 2009. Ed è aumentato anche il frutto delle imposte indirette: il gettito iva è cresciuto del 4%. Un segnale positivo non solo per le casse pubbliche, ma anche perché è indice di una ripresa dei consumi. Escludendo iva e recupero dell'evasione, la flessione per via XX Settembre è stata dovuta essenzialmente al venir meno di alcune entrate una tantum, all'andamento delle pratiche di autoliquidazione delle imposte e alla riduzione delle entrate degli enti locali.

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