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Fiat senza incentivi crolla

Operai Fiat al lavoro in catena di montaggio

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Tra due fronti. La Fiat vive uno dei suoi momenti più difficili, stretta tra la crisi apparentemente inarrestabile del mercato automobilistico e lo scontro con i «duri» della Cgil sulle modifiche al contratto con i lavoratori degli stabilimenti di Pomigliano e Melfi. Dopo i risultati molto negativi di luglio, ad agosto la riduzione delle vendite in Italia è stata più contenuta, ma ha aggiunto un altro segno meno a una serie ormai lunga. E il crollo delle immatricolazioni, in calo del 19,27% rispetto ad agosto 2009, ha trascinato in basso soprattutto la Fiat, che ha venduto il 26,39% delle auto in meno e ha perso altre posizioni sul mercato nazionale. Le auto vendute in Italia nell'ultimo mese sono state 68.718 unità: nello stesso mese del 2009 erano 85.123. Il calo era stato più ampio a luglio: meno 25,97 per cento. Ma poco cambia nell'analisi delle cifre comunicate dal ministero dei trasporti. «I pessimi dati del mercato delle auto nuove di agosto non fanno che confermare il quadro di forte disagio dell'intera filiera», ha commentato Gianni Filipponi, direttore generale dell'Unrae, l'associazione che rappresenta le case estere operanti in Italia. La performance della Fiat è stata particolarmente critica: con 21 mila macchine immatricolate, ha ridotto la sua quota di mercato dal 33,6% al 30,7%. Unica nota positiva, le vendite sono aumentate rispetto a luglio. Ma lo stesso presidente del gruppo John Elkann ha ammesso che il Lingotto negli ultimi anni avrebbe avuto «maggiori difficoltà» senza i buoni risultati ottenuti soprattutto sul mercato brasiliano.   E mentre l'azienda soffre, si inasprisce lo scontro tra l'azienda e la Cgil. Il segretario generale della Fiom Maurizio Landini ha tuonato contro la proposta rilanciata martedì sulle colonne del «Sole 24 Ore» dal presidente di Federmeccanica Pier Luigi Ceccardi di introdurre la possibilità di modificare le norme del contratto collettivo dei metalmeccanici attraverso accordi con le sigle sindacali. «È una cosa di una gravità assoluta, un imbarbarimento sociale del Paese», ha tuonato il segretario delle tute blu della Cgil, mettendo in guardia Cisl e Uil rispetto all'ipotesi di intese separate. «Non avranno il consenso dei lavoratori», ha detto, minacciando nuovi scioperi. E ha annunciato che le tute blu Cgil hanno già inviato alle aziende 200mila lettere di diffida ad applicare l'accordo separato del 2009. Ma la linea dura non è piaciuta alle altre sigle sindacali. «La Fim non sta facendo altro che l'interesse dei lavoratori», ha sottolineato il segretario generale delle tute blu della Cisl, Giuseppe Farina. «Al momento di ricorsi presentati non ne risulta neanche uno, forse - ha aggiunto polemicamente - perché la Fiom sa che sarebbero destinati all'insuccesso». E la Uilm ha fatto sapere di essere disponibile a firmare un accordo sulla linea di Pomigliano per tenere in vita lo stabilimento di termini Imerese.  

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