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Governance di Generali da affinare

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Ilconsiglio di amministrazione di Generali, che ha approvato i conti semestrali, ha anche «formalizzato e definito meglio» le deleghe del presidente Cesare Geronzi. Lo ha spiegato ieri un consigliere all'uscita della riunione. E sul punto dei poteri a lui attribuiti il presidente Geronzi ha spiegato che la governance del gruppo è «buona», ma «probabilmente ancora da affinare». «Si tratta di un risultato molto positivo - ha detto - anche in una logica comparata, tanto più apprezzabile perché conseguito in un conteso di non cessate difficoltà dovute agli effetti della crisi finanziaria globale». Il gruppo «potrà giocare un ruolo importante nell'ambito della tutela del risparmio, per le prospettive - ricavabili dalla stessa semestrale - che si aprono per rispondere ai crescenti bisogni di sicurezza e di investimento nel futuro». Generali ha concluso Geronzi è un gruppo «solido e dotato di una buona governance probabilmente ancora da affinare. In sintesi, come stiamo facendo, bisogna dedicare tutte le energie per rafforzare ancora competitività e redditività». Una sfumatura che celerebbe le divergenze in seno al cda sulla possibile nomina di una nuova figura di coordinamento delle strategie commerciali, chiesto da Geronzi per spostare l'asse decisionale dalla centralità triestina verso la Capitale per far diventare il colosso assicurativo un partner più vicicino alle grandi scelte economiche per il Paese. Una richiesta rimasta in stallo per l'opposizione dei soci che vogliono invece preservare la peculiarità triestina della società. Divergenze strategiche che sono state ieri stemperate dai buoni risultati della compagnia. Che ha chiuso il primo semestre con un utile netto di 873 milioni di euro, in crescita del 73,2% rispetto alla stesso periodo del 2009 e leggermente al di sopra delle attese di mercato. Il Leone ha confermato gli obiettivi per l'intero 2010, anche se è ora più prudente giudicandoli «molto ambiziosi» nell'attuale scenario di mercato.

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